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luglio/agosto 2015
Il ruolo delle PMI innovative in Europa.
In base ai
risultati della ricerca ‘Le tendenze innovative della
piccola e media imprenditoria italiana’, realizzata
su 1.150 PMI italiane (periodo gennaio-dicembre
2013 - Osservatorio annuale sulle piccole e medie
imprese italiane promosso da LS Lexjus Sinacta’ -
Istituto Tagliacarne), pur a fronte di una debole
attività di ricerca e sviluppo, l’Italia presenta una
capacità d’innovazione di rilievo, che deriva in
prevalenza dal contributo delle PMI e dalla loro
propensione a innovare in modo trasversale e in-
tegrato. A differenza di altre economie europee,
dove il contributo delle grandi aziende è prepon-
derante, l’Italia presenta un sostanziale equilibrio
tra le risorse investite in innovazione dalle PMI
(49%) e dalle grandi aziende (51%). Sul totale della
spesa per innovazione delle imprese italiane, supe-
riore a 15,9 miliardi di euro, ben 7,8 miliardi di euro
sono a carico delle PMI. Elemento significativo, se
paragonato con quello della Germania, dove le PMI
hanno investito in innovazione 9,3 miliardi di euro
su un totale di 70 miliardi di euro. In termini d’in-
cidenza delle imprese innovative nel sistema pro-
duttivo nazionale, l’Italia si posiziona nella fascia
alta rispetto alla media dell’Unione Europea: in-
nova il 56,3% delle imprese italiane, contro quella
muoversi ed espandersi a livello internazionale. Per
il 32% dei soggetti coinvolti l’espansione su scala
globale è fattore strategico per competitività e cre-
scita. Nello scenario attuale, solo il 14% delle PMI
italiane (contro il 21% a livello europeo) non genera
ricavi al di fuori dell’Italia, dato previsto in calo fino
all’8% nei prossimi 3 anni (contro il 15% previsto in
Europa); un terzo (31%) delle imprese prevede che
nei prossimi 3 anni tra il 21% e il 40% dei propri
ricavi sarà generato su scala globale, contro il 24%
odierno. L’ampliamento dell’offerta di prodotti e
servizi è considerato un fattore determinante per
la crescita del business dal 30% delle imprese in Ita-
lia, meno prioritario però per quanto riscontrato
in Europa (48%). A fronte di un 47% che dichiara
d’investire in innovazione tecnologica solo quando
esiste un chiaro ritorno sugli investimenti, entro i
prossimi 3 anni le PMI prevedono un incremento
consistente nell’utilizzo della tecnologia a servizio
del business. Il contesto peraltro non sembra aiutare
questo sforzo. L’incertezza economica rappresenta
un elemento di apprensione, con un livello molto
superiore alla media europea (30%) e mondiale
(32%). A seguire, preoccupano anche i costi del la-
voro in costante crescita (31%) e il livello di compe-
tizione globale sempre più alto (26%).