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marzo 2015

del mercato interno, rappresentano un’importante

opportunità di sviluppo”.

Molte aziende italiane sono infatti presenti già

da anni con le proprie attività oltreoceano, dove

l’elevato contenuto tecnologico delle nostre mac-

chine e la flessibilità delle nostre aziende sposano

alla perfezione la tendenza delle produzioni Usa

a riposizionarsi su un advanced manufacturing. “Il

mercato americano è molto dinamico e aperto ai

prodotti italiani - spiega Kyle R. Scott, console ge-

nerale USA a Milano -: nel 2012 l’export italiano

negli Stati Uniti è salito del 16%, e il dato atteso

per il 2013 è altrettanto forte. A differenza dell’Eu-

ropa, che vive ancora la crisi, l’America registra già

da oltre tre anni una forte crescita: solo l’ultimo

trimestre è stato per la prima volta negativo dal

2009, dovuto all’ultimo inverno molto rigido che ha

costretto molte aziende a chiudere per alcune set-

timane. Ma le previsioni sono già tornate positive

per il nuovo trimestre”.

porto agli investitori stranieri e in appoggio all’uffi-

cio ICE-Agenzia di Chicago, specializzato per i beni

industriali su tutto il territorio americano.

Reshoring produttivo.

Gli Stati Uniti sono oggi più

che mai un interessante mercato per i produttori

di beni strumentali italiani, animato dal reshoring

delle aziende americane che nell’ultimo quinquen-

nio riportano le produzioni manifatturiere in pa-

tria, dopo decenni di delocalizzazione in estremo

oriente alla ricerca di fattori competitivi più favore-

voli. Fenomeno agevolato da vari fattori, in primis

costi del lavoro e dell’energia ormai allineati con

quelle regioni, grazie all’evoluzione delle tecnolo-

gie estrattive e a normative sul lavoro che favori-

scono le imprese e la flessibilità occupazionale. “Gli

Stati Uniti sono stati sempre uno dei primi mercati

di riferimento per le macchine italiane - spiega

Alessandro Liberatori, dirigente Ufficio meccanica

ICE-Agenzia Roma -, e tanto più oggi, con il calo

“Gli Stati Uniti sono stati sempre

uno dei primi mercati di riferimento

per le macchine italiane - spiega

Alessandro Liberatori,

dirigente

Ufficio meccanica

ICE-Agenzia

Roma

-, e tanto più oggi, con il calo

del mercato interno, rappresentano

un’importante opportunità di

sviluppo”. Molte aziende italiane

sono infatti presenti già da anni con

le proprie attività oltreoceano, dove

l’elevato contenuto tecnologico delle

nostre macchine e la flessibilità delle

nostre aziende sposano alla perfezione

la tendenza delle produzioni USA

a riposizionarsi su un advanced

manufacturing.

“Il mercato americano è molto

dinamico e aperto ai prodotti italiani

- spiega

Kyle R. Scott

,

console

generale Usa aMilano

-: nel

2012 l’export italiano negli Stati

Uniti è salito del 16%, e il dato

atteso per il 2013 è altrettanto forte.

A differenza dell’Europa, che vive

ancora la crisi, l’America registra già

da oltre tre anni una forte crescita:

solo l’ultimo trimestre è stato per

la prima volta negativo dal 2009,

dovuto all’ultimo inverno molto

rigido che ha costretto molte aziende

a chiudere per alcune settimane. Ma

le previsioni sono già tornate positive

per il nuovo trimestre”.

“Scopo del programma - spiega

Andrea Rosa

,

referente

italiano

del programma - è fornire

alle imprese una prima serie di

informazioni a carattere pratico,

aiutandole a entrare in contatto con

gli Stati e con altre organizzazioni

di sviluppo economico americane,

incluse associazioni industriali,

università e banche, individuando

anche i migliori incentivi finanziari

disponibili”. Il programma organizza

anche collettive a eventi fieristici,

con un prossimo evento ad

Automechanika di Francoforte

in settembre

(http://selectusa. commerce.gov).