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ottobre 2013
ropea ha forti ripercussioni sull’Italia – spiega Gozzi
- Siamo i secondi produttori siderurgici europei; un
settore che per almeno il 50% vive di edilizia e la-
vori pubblici, è legato inevitabilmente agli investi-
menti. L’acciaio italiano è in gravi difficoltà: quando
va bene, lavoriamo al 60% della capacità produttiva
installata, con delle conseguenze su un’industria di
volumi e costi fissi. Non è sostenibile nel lungo pe-
riodo. I settori legati alle costruzioni hanno una ca-
duta di volumi ancora peggiore. Si cerca di reagire
cercando di essere adattabili e flessibili, con misure
prese dallo Stato come cassa integrazione e contratti
di solidarietà. Ora però si tratta di rifinanziare que-
sti strumenti, che a partire da settembre non hanno
copertura. Questo, alla luce di una situazione che,
dal punto di vista della caduta domanda è quella del
2009, ma dal punto di vista della forza finanziaria
delle imprese è molto peggio. A questo si aggiunge
il problema di credito dei clienti. Il meccanismo è a
rischio. La ricetta della sopravvivenza prevede mi-
sure che possiamo prendere noi, e altre che spettano
Prospettive in chiaroscuro
. Cinque anni dopo l’ini-
zio della crisi finanziaria globale le difficoltà riman-
gono, si protraggono e le prospettive per il 2013 non
sono dellemigliori: lo scorso anno la crescita si è inde-
bolita e molti Paesi sviluppati sono in recessione. Sia
nelle economie in via di sviluppo che in quelle ricche,
la crescita del PIL è rallentata e per il prossimo anno
si prevede che la crescita del prodotto interno lordo
mondiale, dopo essere scesa al 3,2% dal 3,9% del
2011, risalga al 3,5%. Secondo le stime, molte eco-
nomie continueranno ad operare al di sotto del po-
tenziale senza quindi riuscire a recuperare i posti di
lavoro persi. Nell’Eurozona, le prospettive sono di un
generale peggioramento, nonostante i sensibili pro-
gressi registrati in seguito alle misure varate dall’U-
nione. Si prevede che nel 2013 il Pil si ridurrà dello
0,2%. All’interno della zona Euro, l’Italia resterà an-
cora agli ultimi posti per quanto riguarda la crescita
economica, con una riduzione del Pil di un punto
percentuale e un tasso di disoccupazione che non ac-
cenna a diminuire. “La situazione della siderurgia eu-
Marco Fortis
è vicepresidente
della
Fondazione Edison,
che ha sede a Milano in Foro
Buonaparte. Il crescente
rilievo strategico dei distretti
e delle PMI, le relazioni tra
operatori di impresa e studiosi
promosse a questo proposito
hanno suggerito nel 1999
di dar vita alla Fondazione
Edison (sino al maggio 2002
aveva la denominazione di
Fondazione Montedison
Comunità e Innovazione). Le
prime attività della Fondazione
risalgono all’inizio del 2000
e al marzo 2000 con il
convegno ‘Le Liberalizzazioni
e le privatizzazioni dei servizi
pubblici locali’.
Antonio Gozzi
è presidente
di
Federacciai
che rappresenta
le imprese siderurgiche italiane,
fa parte di Confindustria e conta
circa 150 aziende associate che
realizzano e trasformano oltre
il 95% della produzione italiana
di acciaio. Federacciai è nata
con l’obiettivo di tutelare,
supportare e mettere in
relazione le aziende produttrici,
trasformatrici e distributrici
di acciaio e prodotti siderurgici
affini. Inoltre, come principale
portavoce delle aziende del
settore, promuove le politiche
industriali a sostegno del
comparto attraverso iniziative in
campo economico, politico
e tecnico-scientifico.
Antonio Tajani
attualmente
è vicepresidente della
Commissione europea
.
Dal 2009 ha la delega quale
Commissario responsabile di
industria e imprenditoria nella
Commissione Barroso, ma è
anche padre dell’Action Plan
noto appunto anche come il
Piano Tajani: semplificazione
e armonizzazione normativa,
riciclo dei rottami dell’acciaio,
utilizzo di politiche di protezione
commerciale da pratiche sleali,
sostegno alla ricerca e alla
produzione per energia da fonti
alternative. Questi gli elementi
del piano d’azione per il settore
siderurgico presentato nel giugno
scorso dal commissario europeo.