Rivista_di_Meccanica_Oggi_172 - page 83

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settembre 2012
PRIMO PIANO
del giovane e la persona navigata in azienda che
porta l’esperienza. È la volontà di condividere, che
è fondamentale, e in azienda questo è presente”,
continua. “Bisogna dimostrare l’umiltà sia verso chi
ha esperienza - incalza Guzzi - sia verso il tecnico sia
verso l’operaio che da anni lavora sulle macchine e
la credibilità che la mia figura di lavoratore deve
cercare di trasmettere. La credibilità professionale
e umana apre con la controparte un rapporto di
fiducia”. Freschezza, spregiudicatezza, dialogo, so-
luzione dei problemi. Sono queste alcune delle ca-
ratteristiche che disegnano i giovani occupati, oggi.
Ma la realtà giovanile presenta anche un altro lato
della medaglia e cioè la scuola che, sebbene sia
importante, non nasconde alcuni limiti. Ai giovani
ingegneri di Rösler Italiana abbiamo quindi chiesto
che cosa la scuola non fa per i giovani d’oggi e cosa
avrebbero voluto che la scuola insegnasse loro e
non ha fatto.
Il ruolo della scuola
. Secondo Guzzi, la scuola,
come l’università, tratta poco l’aspetto normativo.
“Attualmente altri grossi cambiamenti sono l’en-
trata in servizio delle direttive comunitarie che
sono applicate in qualsiasi ambito. Io auspico un
approfondimento in questo senso, perché quando
si è sul mercato del lavoro le difficoltà sono molte,
se non si conoscono queste direttive. Rösler Italiana
permette di seguire corsi dedicati, ma non tutte
le aziende sono così illuminate e spesso capita di
navigare a vista. Quindi - spiega Guzzi - spero che
l’università si prenda carico di questo aspetto per-
ché oggi le normative la fanno da padrone anche
da un punto di vista commerciale, perché i clienti
sono sempre più esigenti”. Secondo Silva l’univer-
sità non ha lasciato grossi buchi. “Il dipartimento
di ingegneria chimica è sempre stato attento con
gli studenti, dando loro una mano a trovare uno
sbocco nel mondo del lavoro, mentre dal punto di
vista didattico non possiamo aspettarci che l’univer-
sità dia tutto, deve offrire le basi per poi trovare la
strada e aggiornarsi e le aziende devono comple-
tare nella formazione ciò che l’università non è riu-
scita a fare”, suggerisce Silva. Leoni porta in primo
piano i seminari tecnici, con le aziende, svolti in uni-
versità. “Tecnici di aziende sono arrivati in univer-
sità e spiegano il proprio percorso. Bisognerebbe
incentivare, oltre alla normativa, anche la possibi-
lità di fare pratica e quindi avere contatto con le
aziende direttamente, magari uscendo anche dalle
aule universitarie”, conclude Leoni.
biente universitario va nella direzione giusta, ma
se fosse l’amministratore delegato “aumenterei gli
investimenti in tecnologia con strumentazioni tec-
nicamente più avanzate che possano migliorare il
processo produttivo, inteso come la realizzazione
della gestione della commessa e la gestione delle
informazioni”. Maurizio Foppa Pedretti è l’attuale
amministratore delegato di Rösler Italiana, una per-
sona scelta da Giussani affinché continuasse il lavoro
svolto. È Silva che ammette che è impossibile fare un
paragone tra le due figure, spiega, in quanto due
persone completamente differenti. L’ing. Giussani
è una persona dal bagaglio di esperienza immenso,
la sua storia è la storia dell’azienda. Foppa Pedretti
è un amministratore altrettanto valido che sta lavo-
rando per migliorare il team di lavoro dandogli più
libertà di azione con conseguente aumento della
sua responsabilizzazione” spiega.
La differenza la fanno i giovani
. Largo ai gio-
vani, dunque, che hanno dalla loro la proposta
di una soluzione e non solo la visione problema-
tica delle cose. La preparazione universitaria fa
la differenza e porta un plus. Leoni concorda sia
con Silva, per quanto riguarda i tempi odierni e
l’oculatezza sulle scelte da fare perché si naviga
a vista, sia con Guzzi e sull’idea di stare al passo
con gli investimenti in strumentazioni tecnolo-
giche. “Bisogna sempre mettersi in discussione,
uscire dal seminato per provarci sempre”, spiega
Leoni, “anche se bisogna trovare la quadratura
del cerchio per evitare di incappare in scelte av-
ventate che, in questo periodo, possano portare
danni in azienda”. L’affiancamento a persone
che hanno anni e anni di esperienza fa piacere
ai giovani ingegneri di Rösler Italiana, ma come
è possibile affiancare l’esperienza del passato con
le idee dei giovani, a volte davvero inconciliabili?
“L’apertura mentale delle due interfacce fa la dif-
ferenza”, dice Silva. “Da un lato l’intraprendenza
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