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progettare

412

MARZO

2018

i manuali sono costantemente aggior-

nati”, spiega Niccoli.

A mano a mano che si avanza si ha

l’impressione di un impianto sempli-

ce, quasi banale nella sua assenza

di quadri, attrezzi, fili. Niente di più

falso: la complessità è semplicemente

gestita dalle soluzioni tecnologiche. A

dominare sono i sensori, altra tecno-

logia abilitante dell’Industria 4.0. Sono

questi che permettonodi passare dalla

ventina di avvitatori precedentemente

richiesti in alcune stazioni a uno solo,

peraltro wireless. Il sistema riconosce

le bussole e le viti e rende possibile

solo gli accoppiamenti compatibili.

Ogni auto conta circa 50mila compo-

nenti e 105 centraline che dialogano

tra loro. Poco prima del ‘marriage’,

ossia dell’incontro tra la carrozzeria

e il ‘power train’, un colpo d’occhio

al motore e agli assi a esso collegati

toglie ogni dubbio sulla complessità

del processo.

Nel caso del SUV Urus c’è anche un

altroelementodi complessitàcheviene

trasformata in gioco per il guidatore: la

possibilità di cambiare, agendo su una

sola levetta, sei differenti assetti: si va

dalla variabileda casa-e-ufficioaquella

da corsa, fino a quelle più esotiche:

‘terra’, ‘neve’ e ‘sabbia’. Quest’ultima

permette di portare l’auto addirittura

sulle dune del deserto, con una eviden-

te strizzata d’occhio al mercato degli

Emirati Arabi. Agendo sulle leve cam-

biano l’altezza da terra, l’assetto delle

sospensioni, la potenza del motore. La

quale è più simile a una super-car che

a tutti gli altri SUV in commercio (in

attesadi quellodellaFerrari, cheper ora

è però solo un progetto): il motore è un

V8 biturbo da 4,0 litri da 650 CV e 850

Nmdi coppia. L’accelerazioneda0a100

km/h avviene in 3,6 secondi, la velocità

massima è di 305 km/h. Non sorprende

che le ruote siano enormi, così come

enormi siano le pinze dei freni. Il prezzo

d’altra parte è conseguente, visto che

si parte da 200mila euro.

Sostenibilità totale

Nello stabilimento dell’Urus lavore-

ranno a regime 350 operai. Altri 150

dipendenti sono gli impiegati, ospitati

in una palazzina nuova, che si distin-

gue per avere ottenuto la certificazione

‘Leed Platinum’, la maggiore possibile:

“Per caratteristiche è l’edificio più so-

stenibile d’Italia e il terzo d’Europa”,

spiega Niccoli. Tutto lo stabilimento,

aggiunge, è neutrale dal punto di vi-

sta delle emissioni di CO

2

, visto che

tutti i consumi sono compensati dalla

produzione di energia rinnovabile.Altri

200 posti di lavoro saranno assicurati

da un impianto di verniciatura. Sa-

ranno i primi impianti di questo tipo

a essere spostati all’interno, dato che

in precedenza erano sempre stati dati

all’esterno.

I ‘nuovi operai’ seguono un percorso di

formazione interno di almeno tre mesi

per le stazioni più basilari e di sei mesi

per quelle più delicate. La formazione

avviene sia sulle macchine sia attraver-

so dei visori di realtà virtuale, presenti

inun’apposita stanza.Altri spazi ospita-

no i ragazzi dellescuolesuperiori cheda

qualche anno, attraverso il programma

Daisy, vengono selezionati dagli istituti

tecnici e passano sei mesi in fabbrica,

dove seguono le lezioni e fanno pratica

sulla linea di montaggio.

La realtà virtuale ha anche permesso di

ridurre drasticamente i tempi di costru-

zione degli impianti. Lo stabilimento è

stato realizzato, sopra un ex terreno

agricolo, in soli 12 mesi. Questo gra-

zie al fatto che ogni spazio era stato

progettato e ‘visto in anteprima’ in 3D

attraverso i visori. Le autorizzazioni

per la trasformazione del terreno da

agricolo a industriale hanno richiesto

solo nove mesi, contro i 2 o 3 anni

minimochenormalmenteservono:“Le

istituzioni ci hanno dato unamano. Per

noi è stato un simbolo: è il segno che

anche in Italia, quando si fa sistema,

si possono portare a casa realizzazio-

ni molto complicate, facendo meglio

degli altri”.

Per gentile concessione de

‘Linkiesta.it

(http://www.linkiesta.it)

, in partnership

con Messe Frankfurt.

@fab_patti

A sinistra, i carrelli AGV che servono a spostare le auto da una stazione all’altra. A destra, un ‘cobot’, su carrellino, porta una ruota al montaggio.

MECCATRONICA