Table of Contents Table of Contents
Previous Page  79 / 100 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 79 / 100 Next Page
Page Background

progettare

412

MARZO

2018

79

10 anni sarà di oltre un miliardo di

euro. Questo impegno, che è stato

definito un esempio di nuova politica

industriale, è servito per evitare che la

produzione avvenisse in un sito pro-

duttivo slovacco del gruppo Audi, che

dal 1998 è proprietario della Casa al

confine tra Modena e Bologna.

Ranieri Niccoli, chief manufacturing of-

ficer di Automobili Lamborghini, spie-

ga che, pur essendo lo stabilimento

un esempio di Industria 4.0, molti qui

preferiscono la dicitura ‘Manifattura

Lamborghini’, a rimarcare il carattere

di una fabbrica dove di pari passo

vanno le applicazioni tecnologiche più

all’avanguardia e l’artigianalità che ha

sempre contraddistinto il marchio.

Percorrendo gli 80.000 m

2

della nuo-

va fabbrica (inaugurata nel dicembre

scorso), quello che colpisce non è tanto

il colore bianco, l’assenza di rumori

assordanti e l’ordine, quanto piuttosto

il fatto che qui una vera linea produt-

tiva non c’è. Ci sono delle intelaiature

bianche, in metallo, che tengono tutto

sospeso; tutto cala dall’alto, tramite

enormi ‘pinze’ gialle che sollevano i

telai delle auto ai grandi serbatoi da

dovevengono iniettati i fluidi all’interno

dei modelli.

Gli elementi di innovazione

A terra non ci sono binari né rulliere.

Ci sono invece alcuni dei protagonisti

della nuova fabbrica: i carrelliAGV (Au-

tomated guided vehicle), che spostano

le auto da una stazione all’altra. Lo

fanno con una precisione millimetrica

(anzi con un margine di errore infe-

riore al millimetro) grazie a un triplice

sistema di guida, GPS, laser ed elettro-

magnetica. Non è solo un modo per

rendere più semplici gli spostamenti.

È quello che permette di passare dal

montaggio sequenziale al montaggio

modulare: ogni stazione ha la sua vita

e, sesi rendessenecessarioaggiungere

o togliere dei passaggi, lo si potrebbe

fare con pochissimo sforzo, senza ri-

disegnare tutto l’impianto. La parola

d’ordine è ‘flessibilità’: ogni modello

può essere personalizzato nei modi

più curiosi (mentre visitiamo l’impian-

to notiamo degli interni in pelle color

verde evidenziatore), senza che questo

comporti l’ammontare di tempo pre-

cedentemente richiesto. “Customer is

king”, dice Niccoli. La prima casella

nella lista dei cardini dell’Industria 4.0

si può spuntare.

Il secondo cardine del processo pro-

duttivo va sotto l’acronimo di MES,

ossia Manufacturing execution sy-

stem. Si tratta del grande software

che regola, registra e monitora tutto:

come si spostano i carrelli, quali o-

perazioni sono state effettuate e da

chi, che viti si possono usare con un

determinato avvitatore, con quanta

pressione e così via.

Il terzo sono i robot, che per la verità

qui si dovrebbero chiamare ‘cobot’ o

robot collaborativi. Non ci sono gabbie

entro cui sono confinati, ma stanno

gomito a gomito con i lavoratori. Non

sono moltissimi e ce ne sono di alme-

no tre tipi: uno che stende il silicone

sul parabrezza, prima che gli operai lo

applichino con una manovra e degli

aggiustamenti che ancora si preferisce

affidare agli uomini. Uno che, muoven-

dosi su un ulteriore carrellino, avvita

la parte posteriore della carrozzeria al

telaio, conunasoluzionefinoraunica in

Europa. E un terzo che prende gli pneu-

matici da uno scaffale e li predispone

per ilmontaggiosull’auto, evitandoche

il peso ricada sui lavoratori.

Il ‘cervello’ al centro di tutto

Il vero ‘compagno’ dei lavoratori è però

un touchscreen a cui gli operatori si de-

vono rapportare in tutti i loro passaggi.

Ci si ‘logga’ passandounbraccialetto (o

un ‘ciondolo’) che identifica ogni lavo-

ratore.Al

touchscreensi comunicaogni

lavorazione, si riceve la conferma che

l’operazioneèstata fattacorrettamente,

si segnalano eventuali problemi o si

chiedono lumi sulle tecniche più adat-

te per le lavorazioni meno frequenti,

quelle richieste dall’estrema possibilità

di personalizzazione che la fabbrica

permette.“Una volta, per segnare i vari

passaggi produttivi si doveva registrare

tutto a mano, c’era un mare di carta.

Ora è tutto a video e soprattutto tutti

Nello stabilimento Lamborghini vanno di pari passo le applicazioni tecnologiche più all’avanguardia e la professionalità degli addetti.