progettare
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OTTOBRE
2017
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proprio l’ho sempre avuta anche
quando ero uno studente. Cogliere
quell’occasione che mi era capitata
dinnanzi, anche se apparentemente
significava lasciare un lavoro diri-
genziale sicuro per iniziare una sorta
di avventura, è stato un modo per
cercare di realizzare quel mio sogno.
Ho avuto coraggio, forse anche lun-
gimiranza, ma oggi posso dire che il
mio sogno si è davvero realizzato”.
Italpneumatica commercializzava pro-
dotti di diverse Case. Come avviene
l’incontro con i prodotti SMC? Ma
soprattutto come nasce SMC Italia?
“I primi anni di attività di Italpneu-
matica sono coincisi in parte con la
crisi economica dei primi anni 80
ma noi eravamo una realtà talmen-
te piccola, e il nostro mercato era
quello della Lombardia, che non ne
abbiamo risentito. La nostra crescita
vera e propria è iniziata negli anni
‘82-’83 quando siamo venuti in contat-
to col rivenditore SMC per l’Europa:
da lui abbiamo avuto un mandato
d’agenzia per creare una sorta di
joint-venture per commercializzarne
i prodotti, principalmente quelli ine-
renti al trattamento aria e i cilindri.
La nostra attività ha così iniziato ad
allargarsi dalla Lombardia al Nord Ita-
lia, che allora faceva registrare quasi
il 60-70% del PIL nazionale. Una data
significativa è quella del 1986, quan-
do SMC compie un fortissimo balzo
in qualità e quantità ampliando la
propria gamma con l’introduzione sul
mercato delle valvole, soprattutto le
valvole micro che in Italia non erano
conosciute. Ricordo che la valvola
VJ, che aveva le dimensioni di un
mignolo, richiamò fortemente l’atten-
zione di alcuni settori industriali ita-
liani soprattutto quelli dove venivano
prodotte macchine dalle dimensioni
contenute ma che necessitavano di
molto automatismo. Dagli anni ‘85-
‘86 la nostra crescita è passata da
una a due cifre all’anno. Era davvero
formidabile: crescevamo a un ritmo
medio del 25-26% l’anno. Fu così che,
primi anni 90, Italpneumatica cambia
denominazione in SMC Italia”.
Un’altra tappa significativa è quando
decidete di avviare una piccola produ-
zione in Italia.
“Al tempo i prodotti SMC arrivavano
dal Giappone in Italia prima utiliz-
zando la Transiberiana e successiva-
mente a bordo di navi, impiegando
mediamente sei mesi prima e tre
dopo. Nonostante lo stoccaggio, ave-
vamo quindi delle difficoltà a reperire
velocemente soprattutto i cilindri ISO
per soddisfare le richieste dei clienti.
Ecco perché, alla fine degli anni 80,
PieroDiliberto ebbe l’dea di introdurre
in Italia una piccola produzione di
cilindri ISO. Andammo in Giappone
a presentare il progetto al top mana-
gement che ci diede l’autorizzazione
e iniziammo a produrli per l’Italia
qui a Carugate. Avevamo da poco
acquisito questi capannoni da un
precedente fallimento, quindi com-
perammo dai giapponesi lemacchine
per realizzarli: erano dei torni che
servivano per tagliare le camme e gli
steli. Mentre importavamo le testate
dalla Casa madre. A Carugate quindi
li assemblavamo e li distribuivamo
sul territorio. Il cilindro ISO cianfrinato
ebbe uno sviluppo talmente repenti-
no, non solo in Italia, che chiedemmo
alla Casa madre di aumentarcene la
fornitura. Mister Takada, presidente
della Corporation, ci rispose che non
riuscivano più a incrementarne la
produzione in quel momento, visto
che era già al massimo e che al saba-
to gli impiegati venivano addirittura
spostati all’imballaggio della merce”.
È qui che nasce l’idea di aprire uno
stabilimento produttivo a Carsoli?
“Certamente. MisterTakada ci propose
di aumentare la produzione dei cilindri
in Italia per soddisfare le nostre neces-
sità. Qui a Carugate gli spazi erano or-
mai stati saturati, quindi cercammo del
La prima sede di SMC-Italpneumatica e quella attuale di SMC Italia.