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progettare
402
NOVEMBRE
/
DICEMBRE
2016
tosto che un’occasione di sviluppo
di nuovo business e professionalità.
Per invertire la tendenza e fare in
modo che le PMI Italiane sfruttino
appieno le opportunità e la capacità
di sviluppare un business migliore,
offerte dalle moderne tecnologie
informatiche, sarà necessario lavo-
rare per migliorare la conoscenza e
l’esperienza specifiche del singolo
imprenditore affinché acquisisca
la confidenza e la consapevolezza
necessaria per utilizzare le nuove
tecnologie trasformando un costo
puro in valore e opportunità per il
business”.
Una svolta radicale
“La rivoluzione in atto non si riduce
al solo acquisto di tecnologia - com-
menta Viscardi -. Quest’ultima deve
essere infatti intesa come mezzo
per portare la Fabbrica verso la sua
digitalizzazione, con sensoristica e
quindi Internet delle cose, e la sua
virtualizzazione, tramite rintraccia-
bilità e monitoraggio remoto. Que-
sta, che in realtà è un’evoluzione,
si raggiunge attraverso un percor-
so, anche strategico, lungo almeno
dieci anni. Si tratta di un vero e
proprio cambiamento culturale. Il
primo problema da risolvere è fare
sistema, per sensibilizzare le azien-
de e poi accompagnarle alla cresci-
ta. È necessario quindi il contributo
anche di Enti di ricerca, associazioni,
e dall’altra parte, di azioni di finan-
ziamento mirate all’innovazione nel
manifatturiero avanzato. In Italia
queste iniziative ruotano attorno al
Cluster fabbrica intelligente. È poi
vero che altri Paesi europei sono
attivi con azioni del tutto simili,
con cui il nostro Cluster peraltro
ha avuto modo di confrontarsi re-
centemente”.
Vitali dice che: “Le attuali politiche
pubbliche di incentivo allo sviluppo,
e il piano Industria 4.0 recentemente
presentato dal Governo italiano, fa-
voriranno sicuramente una diffusio-
ne delle nuove soluzioni organizza-
tive di Industria 4.0, soprattutto dal
lato degli investimenti negli input
necessari all’evoluzione dell’impre-
sa. Tuttavia, rimane il problema del-
la carenza di managerialità nell’inte-
grazione sistemica delle tecnologie
acquisite e nella loro capacità di
utilizzo a fini produttivi, come nel
caso dei cosiddetti big data”.
Di Monte rimarca che il concetto di
industria 4.0 è spesso legato alla
digitalizzazione dei processi pro-
duttivi, ma è fondamentale com-
prendere che più delle tecnologie
è importante rivedere i modelli di
business, ponendo al centro il valore
aggiunto creato per il proprio cliente
che spesso è più legato ai servizi che
ruotano attorno al prodotto piutto-
sto che al prodotto stesso, basti pen-
sare ai sistemi per la gestione della
manutenzione predittiva condition-
based sulle macchine.
“È fondamentale che in Italia - dice
Di Monte - si crei una ‘cultura diffusa
4.0’ formando sistematicamente gli
operatori in modo che siano portati
a concepire i nuovi prodotti, servizi
e a organizzare i processi in ottica
4.0, implementando poi le tecnolo-
gie funzionali ai propri obiettivi. La
crescita digitale delle aziende passa
dall’introduzione delle competenze
digitali all’interno delle stesse in
modo che possano gestire e non
subire le nuove tecnologie”.
Rilanciare il manifatturiero
Il concetto di fabbrica 4.0 non è uni-
voco. Ci sono due modelli principali:
quello aperto e deregolato degli
USA, e quello di sistema impostato
in Germania. Poi, c’è una terza via,
diciamo italiana, quella della fabbri-
ca integrata 4.0 sviluppata secondo
le dimensioni aziendali. Cosa ne
pensano gli esperti?
“È probabile - afferma Vitali - che il
modello di inserimento dei nuovi in-
put tecnologici nell’industria italia-
na sia caratterizzato dall’adattamen-
to, e anche dal miglioramento, di
tecnologie messe a punto nei paesi
che hanno maggiormente investito
nella ricerca e sviluppo collegata a
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