marzo 2017
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The future of post-Brexit
London
economie europee. Buone relazioni pos-
sono solo portare benefici sia al Regno
Unito sia ai 27 Paesi dell’UE.
Al centro di tutto, infatti, rimarrà sempre
il grande successo di Londra quale centro
finanziario, indispensabile affinché l’U-
nione Europea sia in grado di competere
con le economie mondali. Vogliamo che
Londra continui a essere il polo attrattivo
di talenti da ogni parte e ospitare business
e innovazione da tutta Europa”.
Sfruttando la Brexit, città come Pari-
gi e Francoforte potrebbero togliere a
Londra lo status di centro finanziario
dell’Europa?
“Come dicevo, vi saranno certamente dei
cambiamenti dopo la Brexit, ed è possibi-
le che alcune organizzazioni lasceranno
Londra. Il pericolo per la comunità euro-
pea, però, è che molti di questi business
possano orientarsi verso New York o ai
mercati asiatici, piuttosto che installare
le loro sedi in altre città europee. O addi-
rittura scomparire del tutto. E il risultato
sarebbe una riduzione dell’importanza
globale dell’Europa rispetto agli altri
continenti. Attualmente la popolazione
europea rappresenta il 7% di quella mon-
diale ed è un dato che è in diminuzione.
Gli scambi commerciali con il resto del
mondo rappresentano circa il 20% delle
esportazioni e importazioni mondiali, e
anche questo è un dato in diminuzione.
Oggi è necessario capire come compete-
re e avere successo in questa realtà glo-
bale in continua espansione, in cui Lon-
dra è un asset fondamentale per tutta
l’Europa. Diminuire il valore di Londra
avrebbe conseguenze negative per tutto
il Vecchio Continente, anche per quanto
riguarda il lavoro di molte persone”.
Che cosa cambierà a Londra dopo la
Brexit? Pensiamo ai timori di molte per-
sone qualificate che vi lavorano, a tutte
quelle imprese che stanno valutando l’i-
potesi di trasferirsi in alte città europee.
Qual è la sua opinione?
“Qualche cambiamento avverrà, ed è ine-
vitabile. Ma gran parte del business che ha
la sua centralità in Londra - e direi quasi il
90 % - non è correlato all’Unione Europea.
Londra è il crocevia della finanza, con ban-
che e imprese che provengono da tutto il
mondo, dal Nord America, Cina, Asia, è un
noto hub economico per le imprese digitali
a livello globale. In poche parole, il suo
ruolo è fondamentale per la crescita del-
le economie europee e per tutti gli Stati
europei. La mia ambizione è quella di fare
comprendere a tutti che Londra è un asset
insostituibile”.
Negli ultimi mesi lei ha visitato prati-
camente tutti i Paesi europei. Qual è il
messaggio che intende lanciare?
“Per tutti gli Stati dell’Europa, Londra
svolge un ruolo basilare per l’economia
nel suo insieme e la mia missione è quella
di far capire al mondo il suo valore. Per
questa ragione, nell’ultimo anno ho visi-
tato tutti gli Stati membri dell’UE. E alcu-
ni più di una volta. È un programma co-
stante e continuo che ovviamente è cam-
biato dopo il risultato del referendum
che ha sancito l’uscita del Regno Unito
dall’Unione Europea. Il messaggio che vo-
gliamo far pervenire è chiaro e semplice.
Dopo il referendum vi saranno, evidente-
mente, del cambiamenti. Non possiamo
certamente pretendere che le cose ri-
mangano esattamente come prima della
Brexit, ma noi faremo il possibile affinché
i rapporti futuri con l’Unione Europea e
con tutti gli Stati membri possano rima-
nere ‘friendly’, per il reciproco interesse
e per il successo e la crescita delle grandi
The departure of theUnitedKingdom
fromthe EUraises concerns for everyone.
We spokewith JeremyBrowne, Special
Representative for theCity of London to the
EuropeUnion, asking himabout London’s
importance for Europe and for the EU.
“TheCity of London is the epicenter of
Europeanfinance, and is strategic not only
for theUKbut for all of Europe, because
itmakes it possible to access capital and
because it hosts the best talent in theworld.
InLondon you can start newbusinesses,
newcareer paths.Moreover, the financial
andprofessional services offered there
are unique and enable organizations to
compete globally”. In recentmonths, Jeremy
Browne has visitednearly every country
inEurope, for a very specific purpose. “It’s
a constant and ongoing programwhich
obviously changedafter the referendum
result.Themessagewewant to send is clear
and simple. After the referendumtherewill
naturally be some changes, but wewill do
everything possible to ensure that future
relationswith the EuropeanUnionand
allMember States remainfriendly, so that
ourmutual interests are servedand the
large European economies can continue to
thrive and grow. Good relationships can
only be beneficial to both theUKand the
27 countries of the EU”.There is talk of
banks and corporations that are considering
moving to other European capitals.What
do you think? “Much of the business that is
based inLondon - and Iwould say almost
90%- is not related to the EuropeanUnion.
London is the crossroads of finance, with
banks and companies fromaround the
world, fromNorthAmerica, China, Asia.
It’s awell-known economic hub for digital
companies and technology start-ups.There
are, of course, activities that depend on or
are related toEUmembership, and for these
therewill inevitably be repercussions”.