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marzo 2017

miei figli, se ne hanno le capacità, posso-

no portare avanti l’azienda? Io ho avuto

un grande aiuto da mio padre: quando

sono arrivato in azienda mi ha lasciato

sbagliare. Che non è una cosa facile per

un paròn. Io devo lasciar sbagliare i miei

figli: lasciare che si prendano degli incari-

chi e non intervenire”.

A proposito di innovazione: l’Industria

4.0 è il grande mantra degli ultimi due

anni. Quanto c’è di Industria 4.0 in

Zamperla?

“C’è molto, anche se rimane una compo-

nente artigianale forte. C’è piuttosto un

tema da gestire: la difficoltà di far uscire

il personale dalla propria comfort zone.

Proprio per questo stiamo facendo for-

mazione, per aprire la mentalità, per ren-

dere la gente più aperta ai cambiamenti.

Penso che a cambiare il settore nei prossi-

mi anni saranno, più che l’automazione,

le stampanti 3D, per creare pezzi molto

complessi nelle montagne russe”.

Avrete visto il Piano Industria 4.0 del

governo. C’è un punto che ha diviso

i commentatori: il ministro Calenda

ha scelto di non fare bandi e indicare

quali strumenti siano meglio di altri,

lasciando la responsabilità agli im-

prenditori. Alcuni pensano che in que-

sto modo gli investimenti andranno

sulle auto aziendali e altri strumenti

non qualificanti. Come la vede?

“Io sono per il liberismo. Deve poter sce-

gliere l’imprenditore. Alla fine al governo

cosa interessa? Che l’economia giri, che

crei posti di lavoro, che ci siano tasse che

vengono pagate. Io invece le dirò cosa

ho proposto con una proposta di legge,

dal mio ruolo di vicepresidente di Feder-

meccanica: che ai giovani ricercatori, se

vengono assunti da PMI, lo stipendio deve

essere defiscalizzato e restare in tasca. In

modo tale che questi ricercatori non vada-

no all’estero. E che le anche le PMI possa-

no fare ricerca. Però devo dire che non sta

arrivando grande supporto alla proposta”.

Il governo Renzi ha fatto alcune co-

se e non ne ha fatte altre. Ha deciso

di dare il bonus Irpef degli 80 euro a

discapito di una riduzione maggiore

dell’Irap. Però ha fatto la riforma del

mercato del lavoro, ha portato avanti

l’alternanza scuola lavoro, ora il piano

Industria 4.0. Che voto dà?

“Cinque. E le spiego perché: quegli 80 eu-

ro non mi sono piaciuti. E sulle banche si

è fatto poco. Conosce la storia della Banca

Popolare di Vicenza? Sono state rovinate

più di 110 mila persone, gente che credeva

alla banca come alla Madonna di Monte

Berico. E chi la gestiva non è stato ancora

ascoltato in procura? Non solo: Il presi-

dente di Confindustria Vicenza sedeva nel

CDA della Banca Popolare di Vicenza: co-

me mai non ha preso una posizione chiara

e precisa? Queste sono cose inaccettabili. I

funzionari hanno fatto sottoscrivere stru-

menti complessi a delle persone anziane

che nella banca hanno messo le liquidazio-

ni. Ora non possono dare soldi ai figli per

comprarsi la casa o farsi una famiglia. La

situazione nella zona è disperata”.

Nel rapporto tra l’azienda e lavoratori

in Veneto in alcune realtà si usa ancora

il termine paròn. Lei si sente un paròn?

“Assolutamente sì. Però io sono in con-

tatto con la mia gente. Noi facciamo la

festa del fondatore, per ricordare mio

padre. Invitiamo tutti i nostri dipendenti

e le loro famiglie, perché i familiari co-

noscano il posto dove lavorano i propri

cari. Facciamo una grande festa, instal-

liamo le attrazioni. Deve vedere l’affia-

tamento e la partecipazione che ci sono,

in una giornata di questo genere”.

@fab_patti

L’ufficio di progettazione, il cuore dove

nascono le idee per le giostre che vengono

montate in tutto il mondo.