22
marzo 2017
miei figli, se ne hanno le capacità, posso-
no portare avanti l’azienda? Io ho avuto
un grande aiuto da mio padre: quando
sono arrivato in azienda mi ha lasciato
sbagliare. Che non è una cosa facile per
un paròn. Io devo lasciar sbagliare i miei
figli: lasciare che si prendano degli incari-
chi e non intervenire”.
A proposito di innovazione: l’Industria
4.0 è il grande mantra degli ultimi due
anni. Quanto c’è di Industria 4.0 in
Zamperla?
“C’è molto, anche se rimane una compo-
nente artigianale forte. C’è piuttosto un
tema da gestire: la difficoltà di far uscire
il personale dalla propria comfort zone.
Proprio per questo stiamo facendo for-
mazione, per aprire la mentalità, per ren-
dere la gente più aperta ai cambiamenti.
Penso che a cambiare il settore nei prossi-
mi anni saranno, più che l’automazione,
le stampanti 3D, per creare pezzi molto
complessi nelle montagne russe”.
Avrete visto il Piano Industria 4.0 del
governo. C’è un punto che ha diviso
i commentatori: il ministro Calenda
ha scelto di non fare bandi e indicare
quali strumenti siano meglio di altri,
lasciando la responsabilità agli im-
prenditori. Alcuni pensano che in que-
sto modo gli investimenti andranno
sulle auto aziendali e altri strumenti
non qualificanti. Come la vede?
“Io sono per il liberismo. Deve poter sce-
gliere l’imprenditore. Alla fine al governo
cosa interessa? Che l’economia giri, che
crei posti di lavoro, che ci siano tasse che
vengono pagate. Io invece le dirò cosa
ho proposto con una proposta di legge,
dal mio ruolo di vicepresidente di Feder-
meccanica: che ai giovani ricercatori, se
vengono assunti da PMI, lo stipendio deve
essere defiscalizzato e restare in tasca. In
modo tale che questi ricercatori non vada-
no all’estero. E che le anche le PMI possa-
no fare ricerca. Però devo dire che non sta
arrivando grande supporto alla proposta”.
Il governo Renzi ha fatto alcune co-
se e non ne ha fatte altre. Ha deciso
di dare il bonus Irpef degli 80 euro a
discapito di una riduzione maggiore
dell’Irap. Però ha fatto la riforma del
mercato del lavoro, ha portato avanti
l’alternanza scuola lavoro, ora il piano
Industria 4.0. Che voto dà?
“Cinque. E le spiego perché: quegli 80 eu-
ro non mi sono piaciuti. E sulle banche si
è fatto poco. Conosce la storia della Banca
Popolare di Vicenza? Sono state rovinate
più di 110 mila persone, gente che credeva
alla banca come alla Madonna di Monte
Berico. E chi la gestiva non è stato ancora
ascoltato in procura? Non solo: Il presi-
dente di Confindustria Vicenza sedeva nel
CDA della Banca Popolare di Vicenza: co-
me mai non ha preso una posizione chiara
e precisa? Queste sono cose inaccettabili. I
funzionari hanno fatto sottoscrivere stru-
menti complessi a delle persone anziane
che nella banca hanno messo le liquidazio-
ni. Ora non possono dare soldi ai figli per
comprarsi la casa o farsi una famiglia. La
situazione nella zona è disperata”.
Nel rapporto tra l’azienda e lavoratori
in Veneto in alcune realtà si usa ancora
il termine paròn. Lei si sente un paròn?
“Assolutamente sì. Però io sono in con-
tatto con la mia gente. Noi facciamo la
festa del fondatore, per ricordare mio
padre. Invitiamo tutti i nostri dipendenti
e le loro famiglie, perché i familiari co-
noscano il posto dove lavorano i propri
cari. Facciamo una grande festa, instal-
liamo le attrazioni. Deve vedere l’affia-
tamento e la partecipazione che ci sono,
in una giornata di questo genere”.
@fab_patti
L’ufficio di progettazione, il cuore dove
nascono le idee per le giostre che vengono
montate in tutto il mondo.