novembre 2016
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Italianmachine tool
sector becomes a new
global player
il processo di costituzione?
“Questo soggetto che si sta sviluppan-
do è frutto di un’aggregazione di im-
prese, che a livello mondiale conta di
raggiungere un fatturato complessivo
di 2,5 miliardi di euro. La maggioran-
za di capitali è in Asia e fa riferimento
al Gruppo FFG. Non si tratta di un’im-
presa che si espande ma di un Gruppo
che cresce attraverso delle acquisizio-
ni. Oggi si sta consolidando la realtà
extra-asiatica del Gruppo, quindi mi
riferisco a quella che viene definita la
FFG Europe & Americas, che ha 2.600
dipendenti e circa 800 milioni di fat-
turato. Siamo in una fase di consolida-
mento. Fase che cerchiamo di vivere in
tempi sufficientemente rapidi per esse-
re competitivi”.
Lei dice che la vostra filosofia non è
quella dell’espansione di una società
ma l’aggregazione di tante. Quale è
il motivo di questa scelta strategica?
“Riteniamo che mettere insieme real-
There are four companies that have
made the history of Italian machine
tools: Jobs, Rambaudi, Sachman and
Sigma. They are now part of the Fair
Friend Group (FFG Group), backed
by Asian capital, consisting of a number
of companies around the world as the
result of an acquisition strategy aiming
to create top-level technology integration
and increase presence in the global
market. Following the consolidation
phase, the next step will be the IPO in
two years. This project will help the
Group emerge as a major player in the
international market. We met Marco
Livelli, CEO of Jobs, to understand the
strategies behind it as well as its progress.
“The project being developed is the result
of an aggregation of businesses that
will achieve an overall turnover of 2.5
billion Euros in revenue. The majority
of the capital is tied to FFG Group in
Asia. Nowadays, we’re consolidating
the extra-Asian wing of the Group,
FFG Europe & Americas, which has
2,600 employees and about 800 million
in revenue. At this point, we’re trying
to move forward fast enough to be
competitive”. Marco Livelli emphasized
that the emerging colossus is not a result
of a company expansion but of an united
Group growing through acquisitions.
“We believe that putting together
very different entities in terms of both
geography and product typology can be
a driver for synergies. The companies can
integrate their presence in international
market, complementing each other in
the areas where one is historically more
prevalent and another less, and then
there are the additions in the range of
products offered”.
Q
uattro delle aziende che han-
no fatto la storia della macchi-
na utensile italiana sono oggi
entrate a far parte del Gruppo FFG. Si
tratta di Jobs, Rambaudi, Sachman e
Sigma. Il Gruppo FFG ha sede a Taiwan
ma è costituito da una serie di aziende
sparse nel mondo frutto di una politica
di acquisizioni mirate, con l’obiettivo di
creare integrazioni di tecnologie di pri-
mo livello e complementarità di presen-
ze sui mercati nel mondo. Dopo la fase
del consolidamento, il prossimo passag-
gio, tra due anni, sarà la quotazione in
Borsa. Da questo progetto nascerà uno
dei maggiori player sul mercato inter-
nazionale. Abbiamo incontrato Marco
Livelli, CEO di Jobs, per conoscere a che
punto è questo iter e capirne quali sono
le strategie alla base.
Dottor Livelli, nel comparto delle
macchine utensili sta per nascere un
Gruppo che dovrebbe essere tra i più
importanti al mondo. A che punto è
Due applicazioni: una nel settore aerospace
(lavorazione titanio) e una in quello automotive
(lavorazione stampo).