novembre 2016
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na Padano o il Parmigiano Reggiano. Un
esempio di come la nostra politica commer-
ciale sia in grado di plasmare la globalizza-
zione e il lavoro per le piccole imprese”.
Quali sono i trattati in corso?
“Stiamo guardando all’Asia, dove avverrà
la maggior parte della crescita economica
nei prossimi anni. Cinque anni fa abbiamo
concluso l’accordo di libero scambio con la
Corea del Sud e dal momento in cui è en-
trato in vigore le nostre esportazioni merci
sono aumentate del 55%.
E poi il Canada. Il Ceta è un ottimo esempio
degli obiettivi che possiamo raggiungere
attraverso la politica commerciale. Il suo
processo di approvazione ha - come si sa -
incontrato alcuni ostacoli lungo la strada.
Ma posso assicurare coloro che hanno avu-
to preoccupazioni che abbiamo ascoltato e
preso in considerazione i timori di tutti, e
modificato e adeguato di conseguenza. Se
il Parlamento europeo si impegna a dare il
proprio consenso, il Ceta entrerà in vigore
all’inizio del prossimo anno. Si distingue
per fornire reali benefici per tutte le im-
prese europee e canadesi. La rimozione del
99% di tutti i dazi doganali e altri ostacoli
per le imprese, per un totale di 500 milioni
di euro in tagli alle tariffe sui beni comuni-
tari, aumentando gli scambi bilaterali di cir-
ca il 23%. Abbiamo recentemente firmato
un contratto con l’Ecuador che potrebbe
aumentare le nostre esportazioni di oltre il
40% e far risparmiare all’Europa oltre 120
milioni di euro in dazi, oltre ad aprire nuo-
ve strade per le auto europee, macchinari e
prodotti alimentari e bevande”.
E il TTIP? Che ne sarà dell’accordo con
gli Stati Uniti dopo le recenti dichiara-
zioni del presidente Trump?
“Al momento siamo in una fase di stallo,
dopo il cambio di amministrazione a Wa-
shington. È probabile che TTIP sarà conge-
lato per molto tempo. Ma abbiamo altri
negoziati: Messico, Tunisia, Giappone,
tanto per citarne alcuni”.
Un tema preoccupante è quello della
concorrenza dei Paesi extra-europei.
Che cosa ne pensa?
“L’agenda commerciale non è solo ba-
sata sulla negoziazione di nuovi accordi.
Si tratta anche di proteggere le aziende
europee dalla concorrenza sleale dall’e-
stero. L’industria europea si trova ad af-
frontare l’attività di dumping e queste
pratiche sleali danneggiano la nostra eco-
nomia e minacciano il nostro lavoro ed è
il motivo per cui l’UE deve essere dotata
di efficaci strumenti di difesa. Questo è il
motivo per cui stiamo riformando quelli
esistenti che vanno adattati alle nuove
realtà e alle pratiche da parte di alcuni
Paesi emergenti”.
Pechino ha invaso il mercato europeo
dell’acciaio con prodotti venduti sottoco-
sto. Quali misure sono state intraprese?
Cosa succederà una volta che avrà otte-
nuto lo status di economia di mercato?
“La Cina non è un’economia di mercato e
non lo sarà entro la fine dell’anno. Quan-
to a misure punitive, ci sono già oltre 40
trattati anti-dumping e ovviamente noi
europei ci tuteliamo, con strumenti di di-
fesa adeguati. Molti Paesi stanno soffren-
do per il dumping e per l’enorme sovra-
produzione cinese. Ne abbiamo discusso
con i ministri e abbiamo tutti la volontà di
essere veloci, più trasparenti e incisivi”.
Come sarà l’Europa post-Brexit?
“Sulla Brexit non ho nulla da affermare.
Aspettiamo che il governo britannico fac-
cia la sua proposta”.
Per concludere, che cosa andrebbe fatto
per far decollare il nostro commercio?
Dove devono intervenire i singoli Paesi?
“Gli accordi commerciali hanno bisogno
del sostegno dei parlamenti nazionali, che
devono farsi carico di condurre il dibattito
pubblico fin dall’inizio e informare i citta-
dini e le imprese su come procedono i ne-
goziati commerciali.
Dopo l’accordo con il Canada, i benefici
tariffari che ho citato saranno disponibili
per tutti. Ma le aziende hanno bisogno di
conoscere le nuove procedure per poter
godere dei benefici che portano.
Allo stesso modo, il Canada aprirà i suoi
appalti alle imprese europee. Magari vi
saranno intoppi oppure procedure che
non funzionano come dovrebbero. Se così
fosse, sarà importante comunicarlo imme-
diatamente per intervenire in modo tem-
pestivo. O forse gli imprenditori scopriran-
no un nuovo mercato, nuove opportunità,
nuovi clienti e… nuove storie. Mi auguro
che vengano colte tutte le opportunità”.
@anto_pelle