giugno 2016
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On June 22nd, Europe and the entire
world awoke to a new reality. With the
majority of the population voting to leave
the European Union, Britain began its
journey towards separation. The British
referendum played on opposing concerns
- fear of immigration against fear of a
severe economic and financial crisis.
The winning side of the Brexit vote, an
acronym for ‘Britain exit’, presented the
increase in immigration from the other
27 EU countries as a devastating factor
that could take away everything from
the British people: security, jobs, public
assistance. In truth, immigration has
thus far brought more taxes to the state
coffers, filled the jobs that the locals either
don’t want to do or don’t know how,
and has caused no damage to the social
welfare system. The 200,000 immigrants
per year fromEuropean Union countries
also increase the country’s population,
posing a challenge for public services
such as health and education. What will
change? For businesses it will be necessary
to certify goods for the domestic market
in accordance with British standards, the
possibility of British importers having
to deal with stricter regulations, the
need for permits and visas for European
business travelers sent to Britain, the
introduction of trade tariffs. It could even
void the rule of the European Patent. New
duties become necessary for bilateral free
trade agreements on the Swiss model, or
multilateral ones as in the case of Norway
and Iceland (EEA and EFTA). As for
VAT, there could be exemptions for
exports, but with much more stringent
controls. For direct taxation, directives
and regulations on interest and royalties
are under discussion, with favorable
arrangements for legal entities.
Howwill Brexit affect
Europe?
Europea. Non si parla della moneta unica,
di cui la Gran Bretagna non fa parte, ma
anche qui il rischio contagio non si può
escludere. L’European Policy center di Bru-
xelles (2016) sostiene che le regole euro-
pee sono in grado di fornire solo in parte
delle risposte, in entrambi i casi.
Con la Brexit ora non si può escludere
peraltro un irrigidimento da parte della
Commissione europea nei confronti di
ulteriori casi simili, per rendere più diffi-
coltosa l’uscita dall’Unione europea o la
permanenza dopo esito negativo del refe-
rendum.
Il primo caso di referendum
Occorre ricordare che questo referendum
è il primo caso in cui un Paese richiede di
abbandonare l’Unione europea. Pertan-
to deve essere collaudata la cosiddetta
‘Clausola di recesso’ prevista dall’articolo
50 del Trattato. Non si tratta di un divor-
zio veloce, visto che dalla richiesta forma-
le occorreranno almeno due anni. Dopo
questo termine il recesso può scattare
automaticamente ma il Consiglio euro-
peo potrebbe chiedere una proroga. I
tempi si allungherebbero anche di cinque
anni così come indicato dal presidente at-
tuale dell’Unione europea Donald Tusk.
Ma anche la tempistica non è affatto
certa. Infatti non è detto che la richiesta
dell’avvio di uscita sia immediato, già si
parla di almeno sei mesi. Di certo l’uscita
dall’Unione comporta il fatto che la Gran
Bretagna diventi un Paese terzo e quindi
dovrà ridefinire i suoi rapporti con l’Unio-
ne europea. La trattativa per il raggiungi-
mento di un accordo di cooperazione da
siglare con Londra è un ulteriore incogni-
ta. Si pensa che Londra punti a negozia-
re un ‘accordo su misura’. L’ipotesi alter-
nativa è l’applicazione degli accordi per
uno ‘spazio economico europeo’ come
per la Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
Questi Paesi contribuiscono al bilancio
europeo in modo meno significativo che
i Paesi membri, e con un minore peso nel
processo decisionale europeo. Un’ ipote-
si pesante sarebbe un trattativa diretta
non con la Ue ma con ciascun paese Ue.
Nel frattempo la Gran Bretagna conti-
nuerà a essere soggetta a tutti i diritti e
i doveri della Unione europea. I trattati
cesseranno la loro applicabilità dalla en-
trata in vigore dell’Accordo di recesso così
come approvato dal Consiglio dell’Unio-
ne europea a maggioranza qualificata e
dall’Europarlamento.
Cosa cambierà?
Partiamo dalle persone fisiche. Secondo
l’Ocse in caso di Brexit, ogni famiglia si
troverà un costo aggiunto di 3,2 mila ster-
line. Ma l’uscita dall’Unione europea com-
porterà un aggravio anche per tutti i cit-
tadini dell’Unione europea che lavorano
e studiano in Gran Bretagna. Gli studenti
stranieri saranno i più penalizzati. Rischia-
no di perdere: l’accesso ai prestiti per gli