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rmo

gennaio/febbraio 2018

STRATEGIE

I

robot sono stati a lungo utilizzati, e in qualche modo

romanzati, nell’arte e nella cultura popolare. Sono

stati ritratti in molti modi: come minacce per l’umanità

o come aiuto come nel caso di Star Wars o Wall-E, in

cui sono assumono anche tratti eroici. Oggi, invece, i

robot non sono più personaggi immaginari adatti per

I film. Sono reali, popolano le fabbriche, i magazzini e

tutti i luoghi dove si svolgono attività produttive condi-

videndo le attività quotidiane con i ‘colleghi umani’. I

robot ottengono spesso ‘buona stampa’ quando si ana-

lizza la loro capacità di aumentare la produttività, di

aiutare le imprese - specie le più piccole - a competere

con i rivali più grandi e di consentire agli operatori di

passare da compiti ripetitivi e noiosi a lavori più interes-

santi. Accanto a questi ‘casi di successo’ non è tuttavia

infrequente trovare articoli, su media di ogni tipo, in

cui sono a volte sospettati, molto più spesso accusati,

di rubare i posti di lavoro. Ma qual è esattamente la

relazione tra i robot - in particolare i robot collaborativi

(o cobot) - e il lavoro umano? Per capirlo veramente

e rispondere alle ‘accuse’ che vengono rivolte oggi ai

robot, dobbiamo necessariamente partire da un fatto i

robot, quando sono collaborativi, sono progettati non

per sostituire gli operatori, ma per assisterli nei compiti

più impegnativi.

Robot e lavoro.

Non passa giorno che titoli eclatanti

su giornali di diverso tipo insistano sul fatto che i robot

stanno sostituendo le persone come forza lavoro prima-

ria in tutto il mondo e che questo, necessariamente, por-

terà a molta disoccupazione e povertà.

Certo, non tutti sono d’accordo. I difensori della ro-

botica sostengono che ogni nuova ondata di automa-

zione - dai motori a vapore ai computer - inizialmente

un ‘timore da subentro’, sottintenendo che i lavora-

tori possano divenire presto superflui proprio per l’a-

dozione di una nuova tecnologia o automazione, ma

che poi in realtà si registri un sostanziale aumento dei

di Alessio Cocchi

Robot, cobot e lavoro. Recenti studi dicono che meno del 10% dei posti di lavoro può essere

completamente automatizzato e si prevede che il mercato dei cobot raggiungerà circa 2

miliardi di dollari entro il 2022. In futuro quindi è più probabile che uomini e robot lavorino

assieme piuttosto che avvenga una reale sostituzione degli uni rispetto agli altri

Uomo

e robot:

sarà

collaborazione

non sostituzione