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rmo

aprile 2017

gli investitori stessi. Anima è la regista di questo pro-

getto e con il Politecnico di Milano ha dato il via a

questa iniziativa/opportunità per le imprese, ma non

finisce qui. Giudici fa sapere che “organizzeremo in-

contri settoriali per classi omogenee imprenditoriali

come per esempio, i settori della rubinetteria, delle

pompe, degli impianti di verniciatura, per spiegare

loro come cogliere queste opportunità e, una volta

raccolto un numero sufficiente di imprese interessate,

sane e con progetti interessanti in ambito industria

4.0, le supporteremo fino al collocamento dei Mini

Bond. In primo luogo analizzeremo che il bilancio sia

certificato, poi realizzeremo un business plan, avremo

un rating da parte di una società specializzata e ini-

zieremo con l’analisi degli aspetti legali per la ste-

sura dei contratti”. Tra gli oltre mille associati Anima,

spiega Galloso, “abbiamo già fatto uno screening e

di questi, almeno 300, hanno i pre-requisiti finanziari

per partecipare all’iniziativa. Oggi siamo nella fase

di ricerca dei progetti per fare massa critica e partire

con il vero e proprio progetto. Ritengo che entro cin-

que o sei mesi saremo in grado di avere un numero

sufficiente di società pronte a partire”. Un po’ di sto-

ria e un occhio per capire quale sarà l’evoluzione per

questo e per il prossimo anno. Per quanto riguarda gli

investitori che hanno sottoscritto i mini-bond di taglia

inferiore a 50 milioni di euro, il 2016 ha visto confer-

mato il ruolo importante dei fondi chiusi di private

debt (con investimenti pari al 31% del totale rispetto

al campione coperto) ma anche il buon aumento

delle risorse investite dai fondi esteri, con una quota

del 28%. Cala invece il ruolo delle banche nazionali

mentre si mantiene stabile il contributo delle assicu-

razioni. Per il 2017, le aspettative, finora confermate,

sono di nuovo quelle di una crescita in linea con i dati

del biennio passato. Ancora in gran parte inesplorate

sono le potenzialità riferite agli ambiti delle cartola-

rizzazioni dei mini-bond e dei project-bond.

@Stefano_Belviol

di medio lungo termine e abbiano un bilancio certifi-

cato”. I Meccanica Bond non sono altro che un prestito

obbligazionario, ha sintetizzato Galloso, “e prendono

il via qualora si riesca a formare una massa critica che

attiri gli investitori istituzionali”, spiega.

Questi titoli offrono agli investitori la possibilità di

diversificare il rischio e alle imprese l’opportunità di

avere a disposizione risorse di denaro consistenti su

un orizzonte temporale sufficientemente congruo,

attraverso un’operazione di cartolarizzazione di si-

stema. “Tecnicamente, ogni impresa che ha aderito al

progetto colloca un Mini Bond in cambio di denaro,

il Mini Bond verrà sottoscritto da un’apposita società

intermediaria che a sua volta si finanzierà spostandosi

sul mercato e collocando delle obbligazioni di taglio

più importante”, spiega Giancarlo Giudici, profes-

sore associato di Finanza aziendale al Politecnico di

Milano-DIG School of Management. E per le imprese,

il vantaggio non è solo quello di trovare un fondo

a costi ridotti, dato che il finanziamento singolo fa

parte di una massa molto più consistente di progetti,

ma vi è anche il beneficio che il finanziamento stesso

non sarà soggetto a revoca e non sarà richiesta alcuna

garanzia reale, nessun asset immobiliare in pegno e,

soprattutto, spiega Galloso, “le aziende che hanno

aderito al progetto non rispondono per il mancato

versamento o insolvenza da parte di un’altra società

del gruppo, quindi nessuna responsabilità legale

delle imprese per inadempienze di altre realtà che

fanno parte del progetto”.

Il piano piace agli investitori esteri.

Giudici torna

sull’argomento sottolineando come la creazione di

gruppi di società che sincronizzino le esigenze di fi-

nanziamento dia il via a un piano finanziario talmente

interessante che diventi più appetibile non solo per

gli investitori italiani ma anche per quelli esteri e,

allo stesso tempo, si alzi una sorta di co-garanzie tra

istituzioni europee che aiutino a ridurre il rischio per

A sinistra Giancarlo

Giudici, professore

associato di Finanza

aziendale al Politecnico

di Milano-DIG School

of Management. A

destra Paolo Galloso,

responsabile dell’Ufficio

Studi di Anima.