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rmo

novembre/dicembre 2016

professor Paolo Gronchi (Politecnico di Milano), men-

tre il professor Stefano Turri (Politecnico di Milano)

ha trattato il tema delle ‘resine a base di formaldeide

e alternative sostenibili’.

La formaldeide, aldeide dell’acido formico conosciuta

anche come aldeide formica o metanale, è l’aldeide

più semplice (formula chimica CH 2 =O).

Il 6 giugno 2015 è stato pubblicato sulla Gazzetta Uf-

ficiale dell’Unione Europea L 167 il Regolamento (UE)

n.605/2014 (6 ATP del CLP) del 5 giugno 2014 recante

modifica del Regolamento (CE) n.1272/2008 (CLP).

Tale atto legislativo introduce, tra le altre, la modifica

dell’attuale classificazione armonizzata della formal-

deide come segue:

A) aggiunta della classe di pericolo di mutagenicità

sulle cellule germinali (categoria 2);

B) passaggio da categoria 2 a categoria 1B della classe

di pericolo relativa alla cancerogenesi.

Le disposizioni relative alle nuove classificazioni in-

trodotte dal 6 ATP si applicano obbligatoriamente a

decorrere dal 1° gennaio 2016.

Una sostanza basilare.

La formaldeide è una so-

stanza di base nella chimica organica e non solo viene

ampiamente utilizzata dall’industria chimica, ma è

presente in molti processi di degradazione di molecole

sintetiche e naturali. Un cambiamento ‘peggiorativo’

della sua classificazione non può che avere delle forti

ripercussioni su tutta la filiera produttiva sia in termini

di gestione del prodotto sia in termini commerciali. Da

qui l’interesse delle industrie a vario titolo interessate.

Con l’entrata in vigore della nuova classificazione

della formaldeide cambiano alcune procedure in

capo agli operatori, in particolare i fornitori hanno

l’obbligo di aggiornare l’etichetta e la relativa

‘scheda dati di sicurezza’. In questo articolo non ci

addentriamo nelle tecnicalità e all’uopo indirizziamo

il lettore ai siti delle associazioni che hanno organiz-

zato l’evento al Politecnico di Milano.

La formaldeide presenta diverse caratteristiche che

la rendono interessante industrialmente. Grazie alla

sua capacità di inattivare i microrganismi per mezzo

dell’alchilazione dei gruppi amminici e sulfidrilici

delle proteine e degli atomi di azoto dell’anello delle

basi puriniche, trova ad esempio molti impieghi legati

alla sua azione preservante e biocida (antimuffa ecc.).

Il suo principale utilizzo tuttavia è nella produzione di

polimeri, in particolare resine urea-formaldeide (UF);

melammina-formaldeide (MF) e fenolo-formaldeide

(PF). È inoltre impiegata come intermedio nella sintesi

di derivati acetilenici, pentaeritrolo, esametilente-

traamina, 4,4’ metilendifenil diisocianato, trimetilol-

propano e per agenti chelanti.

L’Italia seconda in Europa.

L’Unione Europea è il

secondo maggiore produttore di formaldeide dopo

l’Asia (con la Cina quale principale produttore) con

oltre 7 milioni di t annue fabbricate che rappresen-

tano circa il 17% della produzione mondiale. Tra i

vari Stati membri dell’UE, l’Italia si colloca al secondo

posto come produttore di formaldeide, preceduta

dalla Germania e seguita da Spagna, Paesi Bassi e

Regno Unito.

Sono svariati i settori produttivi all’interno dei quali

tale sostanza chimica viene utilizzata e di seguito ne

mettiamo in evidenza solo alcuni.

Nel settore pitture e vernici, adesivi e inchiostri, i bio-

cidi donatori di formaldeide sono ampiamente utiliz-

zati come preservanti in prodotti a base acqua.

Nel settore degli oli lubrificanti, e più in particolare

dei lubrorefrigeranti, vengono utilizzati biocidi dona-

tori di formaldeide con la finalità di evitare, durante

la lavorazione dei metalli, il proliferare di batteri po-

tenzialmente pericolosi sia per la salute degli opera-

tori sia per il prodotto stesso; le quantità di donatori

di formaldeide utilizzate in Italia sono nell’ordine

delle 200 t l’anno.

Nel comparto dei prodotti chimici per il trattamento

delle acque industriali, la formaldeide viene usata,

tipicamente in miscela con altri attivi, quale biocida

e come intermedio di sintesi per la produzione di po-

limeri disperdenti.