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ottobre 2016
INCHIESTA
elettronico; meccatronica di ultima generazione, in
grado di automatizzare interi processi industriali.
Ma non è tutto.
La imprese italiane hanno la capacità di essere creative e
ritagliare un sistema produttivo secondo le esigenze di
chi lo utilizzerà, proprio per quelle specifiche esigenze.
La combinazione di capacità tecniche e creatività per-
mettono alle aziende italiane di competere sui mercati
mondiali. Da Boeing a General Motors, dalla Nasa a
Caterpillar e Tesla sono numerose le imprese a stelle e
strisce utilizzatrici, dirette o indirette della tecnologia
delle macchine utensili Made in Italy. Fresatrici, centri di
lavoro, presse, robot conquistano con stima il mercato
statunitense. Lo scorso anno le importazioni di settore
dall’Italia sono cresciute del 5,1%. Il Bel Paese dal 2009
a oggi ha quasi raddoppiato il proprio volume d’affari
verso gli Stati Uniti. Solo Giappone e Germania sono da-
vanti, ma la distanza si accorcia. Oggi, l’Italia rientra tra
le maggiori nazioni esportatrici negli USA. E le prospet-
tive sembrano ancora essere positive per i prossimi anni.
Il futuro riparte da qui?
Visto le premesse è il
momento giusto per investire cogliendo le oppor-
tunità di sviluppo offerte da un mercato vasto e
al centro della scena globale, approfittando anche
degli incentivi a livello statale e federale, con il
sostegno dei vari programmi di supporto. Gli Stati
Uniti sono oggi più che mai un interessante mer-
cato per i produttori di beni strumentali italiani.
Ecco all’ora che le aziende italiane presenti a Chi-
cago, all’evento delle 13, erano in prima linea per
mostrare e dimostrare le capacità dell’industria
manifatturiera tricolore. Si tratta del Made in Italy
più innovativo quello che porta valore aggiunto
alle imprese. Alle aziende USA è stato mandato un
messaggio forte: le eccellenze del nostro Paese si
sono presentate per fare business, ma anche per
rafforzare la partnership tra i due Paesi. È stata
un’opportunità unica tra le due nazioni per scam-
biarsi esperienze, tecnologia, esigenze produttive
e innovazione. La fabbrica 4.0 in Italia è presente
fin dagli anni novanta, si chiamava CIM (Compu-
ter integrated manufacturing). Quale palcoscenico
migliore se non Chicago, cuore dell’industria mani-
fatturiera più moderna presente negli Stati Uniti.
@gapeloso
Gli Stati Uniti sono oggi
un interessante mercato
per i produttori di beni
strumentali italiani.