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ottobre 2014
fica anche non fare i solisti dell’innovazione, facilitare
la conoscenza reciproca e individuare nuovi partner,
estendendo e rafforzando la catena dell’innovazione
all’interno e all’esterno dell’impresa, poiché nuove idee
scaturiscono anche dal confronto con esperienze nate in
settori a prima vista alieni al nostro”.
Innovazione e mercato.
“Horizon 2020 è un’impor-
tante fonte di finanziamento, forse l’unica - continua
Maiocchi -, grande opportunità di cambiamento che le
imprese italiane hanno finora sfruttato poco: l’Italia ha
infatti contribuito ai fondi per il FP7 per il 14%, rice-
vendo risorse per una cifra che varia tra l’8,2 e l’8,7%.
Occorre impegnarsi per colmare il gap, in quanto se non
cogliamo noi questa opportunità lo faranno i nostri
competitor”. Tre sono le grandi priorità nella strategia
di Horizon 2020: eccellenza scientifica in primo luogo,
finanziare attività di ricerca pura per rafforzare la ca-
pacità dell’UE di attrarre ricercatori esterni, oltre che
per rafforzare le competenze dei propri. Il secondo pi-
lastro rappresenta la grande novità, ovvero finanziare
complessivi dei precedenti strumenti che Horizon 2020
accorpa, ovvero il Settimo Programma Quadro (FP7), le
attività del CIP e quelle dell’Istituto Europeo di Tecno-
logia. Horizon 2020 definisce un quadro unificato di re-
gole per tutti gli strumenti, proponendosi come il braccio
operativo della strategia Europa 2020 volta al rilancio
della crescita e della competitività del continente, per
farne una vera Unione dell’Innovazione con investimenti
globali in attività di R&D al 3% del PIL entro il 2020.
“L’innovazione come fattore strategico per la competiti-
vità - commenta Bruno Maiocchi della direzione tecnica
Ucimu e coordinatore del gruppo tecnico di Federmac-
chine -, è centrale nel nostro settore dei beni strumen-
tali, caratterizzato da alta tecnologia, e dove innovare
consente di restare ancora ai primi posti mondiali di pro-
duzione, a dispetto della lunga crisi e dei competitor con
cui ci confrontiamo, europei ed extra europei che ope-
rano ormai su tutti i livelli tecnologici”. Innovazione che
si concretizza spesso anche nel modo di fare le cose, e su
cui le PMI italiane sono forse meno attrezzate, come sot-
tolinea Maiocchi: “Cambiare il modo di fare le cose signi-
Bruno Maiocchi
fa parte della
direzione tecnica Ucimu ed è
coordinatore del gruppo tecnico
di
Federmacchine
: “Horizon
2020 è un’importante fonte di
finanziamento, forse, grande
opportunità di cambiamento
che le imprese italiane hanno
finora sfruttato poco: l’Italia
ha infatti contribuito ai fondi
per il FP7 per il 14%, ricevendo
risorse per una cifra che varia
tra l’8,2 e l’8,7%. Occorre
impegnarsi per colmare il gap,
in quanto se non cogliamo noi
questa opportunità lo faranno i
nostri competitor”.
Secondo
Gaia della Rocca
di
Confindustria Bruxelles:
“L’integrazione tra ricerca e
innovazione è stata fortemente
voluta in quanto le attività
finanziate con il settimo
Programma Quadro difettavano
nel trasferire i risultati di ricerca
in prodotti, processi e servizi che
andassero sul mercato. Horizon
2020 finanzierà attività vicine al
mercato, per supportare tutto il
ciclo dell’innovazione, con progetti
che tendano al testing, al piloting
e alla dimostrazione di nuove
tecnologie, a sostegno di tutte le
forme di innovazione”.
Maurizio Gattiglio
, presidente
fino allo scorso 31 dicembre
di
Effra
, organizzazione alla
base di Factories of the Future,
conferma come Horizon 2020
pone un accento sul settore
manifatturiero europeo : “Le PPP
hanno contribuito a incrementare
la partecipazione industriale nelle
Call, e parlando dell’Italia, hanno
aumentato il ritorno in termini
di progetti finanziati: nelle 4 call
sui 4 anni di attività della FoF, su
un funding complessivo di 645
milioni di euro, l’Italia ha infatti
ricevuto fondi per circa 90 milioni,
corrispondenti circa al 14%”.