progettare
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NOVEMBRE
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DICEMBRE
2016
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duzione? I cambiamenti appaiono
notevoli. Innanzitutto questi robot
possono essere applicati nell’indu-
stria pesante, lavorando, per esem-
pio, allamanipolazione, asservimenti,
assemblaggi di pezzi pesanti. Se fino
a oggi, infatti, le soluzioni di robotica
collaborativa hanno riguardato mac-
chine di piccola taglia e con basso
payload, la soluzione Aura consente
la trasformazione di un robot tradizio-
nale in robot collaborativo anche per
macchine ad elevato payload in grado
quindi di applicarsi ad attività pesanti.
Qualche applicazione
Un esempio su tutti sono lemanipola-
zioni che avvengono nell’assemblag-
gio finale di un’automobile, come il
posizionamento del cruscotto, dei
sedili o delle batterie. Nulla vieta,
tuttavia, l’applicazione in altri conte-
sti come piegatura, altre lavorazioni
robot ricoperto da una speciale pelle
protettiva sotto la quale coesistono
sensori di forza, percettivi e di tor-
sione. Il sistema cooperativo sfrutta
inoltre l’integrazione di un sistema di
visione e di laser scanner.
È proprio la combinazione di tutta
questa tecnologia il fattore abilitante
che consente agli operatori sia di muo-
versi in totale sicurezza nello spazio di
lavoro che condividono con un robot,
sia di guidare l’azione di quest’ultimo.
Direttamente, con la guida manuale,
o la possibilità di fargli mutare la
traiettoria semplicemente toccandoli;
indirettamente proprio grazie all’inte-
razione con la sensoristica applicata
al robot e all’intera area di lavoro.
Esattamente come accade trapersone,
i robot collaborativi di oggi recepisco-
no cosa accade nell’area accanto e si
comportano di conseguenza.
Quali impatti ha sul reparto di pro-
risce, comunica, controlla, gestisce i
dati provenienti dal processo. In que-
sto scenario davvero dirompente, ca-
pace di mettere in crisi anche le realtà
più esperte e consolidate, un ruolo
determinante lo stanno giocando la
robotica e la sua ultima evoluzione,
ovvero la robotica collaborativa.
Se, infatti, I robot ‘tradizionali’ rappre-
sentano ancora oggi un più che valido
strumento di lavoro garantendo flessi-
bilità, precisione, velocità, modularità,
ripetibilità a unprocessoproduttivool-
tre a una piena riconfigurabilità in caso
di bisogno, i loro ‘fratelli minori’ (ma
solo per una questione temporale),
cioè i robot collaborativi, rappresenta-
no un reale passo in avanti in quanto
in grado di lavorare a stretto contatto
con l’uomo e asservire le sue esigen-
ze, alleviando la fatica, migliorando
i risultati e aumentando il livello di
controllo e integrazione del processo.
Il progetto Aura
Come è possibile che uomo e robot
collaborino davvero? Secondo il pro-
getto Aura, Advanced use robot arm
presentato recentemente da Comau,
uno dei maggiori produttori di robot
industriali, è attraverso l’integrazione
di diverse tecnologie (anche in questo
caso), che è possibile garantire la
necessaria sicurezza per una reale e
costante cooperazione tramacchina e
uomo. Aura, infatti, è una tipologia di
I robot collaborativi sono in
grado di lavorare a stretto
contatto con l’uomo.