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inchiesta

34

progettare

392

settembre

2015

come la Silicon Valley possono aver

chiarito le potenzialità dei cluster, è

bene però evidenziare come la si-

tuazione nel nostro Paese sia ancora

in fase di assestamento. Le forme di

aggregazione variano da regione a re-

gione (associazioni, consorzi, accordi

di partenariato, distretti, fondazioni,

agenzie regionali) a seconda dei livelli

di coordinamento e di esperienza,

come pure i livelli di finanziamento e

il numero di associati, fra imprese, as-

sociazioni e istituti universitari. Ci sono

cluster tematici e altri più trasversali

che abbracciano diversi settori.

Organizzazione e gestione

A mettere un po’ di ordine e uni-

formità tra i cluster ci sta pensando

Esca, un network di esperti di cluster

provenienti da 27 Paesi e riconosciuto

dalla Commissione Europea che ha il

compito di valutare le performance e

la qualità dei servizi offerti dai cluster

attraverso un’attività di benchmar-

king che attraverso il monitoraggio di

36 parametri fornisce l’accesso a un

processo di certificazioni, da Bronze

a Gold Label. Esca ha riconosciuto il

Bronze Label a 40 cluster italiani, ma

ce ne sono ancora diversi in fase di

adeguamento. A seconda della data

di fondazione e quindi dell’esperien-

za maturata, un cluster si organizza

identificando dei trend di settore su

cui lavorare, come pure delle criticità

su cui riflettere e ipotizzare soluzioni.

Ciascun cluster è gestito da un sog-

getto fisico, il cluster manager, che

ha il compito di stimolare lo sviluppo

del cluster stesso, favorendo inizia-

tive di formazione, partecipazione a

bandi di finanziamento, costituzione

di missioni all’estero, con l’obiettivo

di creare quella rete di networking su

cui poi sviluppare progetti. Lombardy

Energy Cleantech Cluster, il primo

cluster italiano ad avere ottenuto il

‘Bronze Label’, già nel 2012, lavora

tramite 6 commissioni tematiche che

corrispondono alle aree di mercato

su cui le aziende associate operano.

“Il nostro scopo - chiarisce la cluster

manager Carmen Disanto - è quello

di far collaborare aziende, università,

pubblica amministrazione e mondo

della finanza, secondo il concetto della

multiple helix, per presentare e svilup-

pare insieme progetti di innovazione

e di business, usufruendo anche delle

opportunità di finanziamento messe

a disposizione a livello comunitario e

regionale”.

Alcuni cluster, come quello delle

Smart Communities, organizzano an-

che seminari per far capire come leg-

gere i bandi, altri, come Afil, ritengono

i finanziamenti secondari e puntano

a sviluppare una rete di conoscenze

utile per promuovere business. Afil ha

lavorato in questi mesi per redigere

una ‘roadmapping’ del manifatturiero

lombardo, individuando i principali

settori produttivi della regione Lom-

bardia. Agrofood Lombardia ha recen-

temente organizzato , in concomitanza

con l’apertura di Expo, la Cluster Food

week, una settimana di iniziative volte

a promuovere incontri B2B.

I finanziamenti di Horizon 2020

Come si possono utilizzare i fondi comunitari europei messi a disposizione da Horizon

2020? Risponde Sara De Faveri, responsabile area credito e finanza di Confindustria Monza

e Brianza: “Il nuovo programma dell’Unione Europea per il finanziamento della ricerca e

dell’innovazione è chiamato ‘Horizon 2020’, e ha una dotazione di circa 70,2 miliardi di euro

nell’arco dei sette anni. È il più importante progetto comunitario dal punto di vista finanziario

nel periodo 2014-2020. Horizon 2020 è strutturato in modo da favorire la costituzione di

piattaforme tecnologiche che raggruppino aziende, centri di ricerca e università, affinché i

fondi possano promuovere un effettivo sviluppo economico. Ecco perchè per partecipare a

questi programmi è fondamentale costituire un partenariato transnazionale. La Commissione

Europea ha fissato inoltre un target specifico per le imprese di dimensioni ridotte: l’11% del

budget di Horizon 2020 dovrà essere destinato alla partecipazione di tali aziende, in modo

singolo, senza la costituzione di partenariati. Esiste pertanto uno strumento per le PMI che

ha un proprio budget”.