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MARZO
2015
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Tanzania e Uganda.
Secondo Paese per esportazioni è
la Tanzania, 46,28 milioni di abitan-
ti, con una crescita media del PIL
del 7,1% nel periodo 2015-19 (fonte
EIU). Un Paese stabile, governato
dal presidente Kikwete eletto nel
2010, mentre i partiti di opposi-
zione si stanno organizzando per
presentare candidati comuni alle
consultazioni del 2015. La stabi-
lità e la crescita economica sono
date dal settore energetico in e-
spansione dopo le scoperte di gas
naturale offshore e allo sviluppo
infrastrutturale con forme di parte-
nariato pubblico-privato. Il settore
bancario è però inefficiente e il
sistema giuridico inadeguato. Nel
2013 l’Italia ha esportato beni per
78,7 milioni di euro (-15%), in gran
parte di meccanica strumentale,
metallurgia e apparecchi elettrici,
mentre sono stati importati pro-
dotti agricoli e alimentari per 47
milioni di euro (+75%). Gli italiani
investono nel turistico alberghiero
e in misura minore nel commercio,
trasporti, minerario e costruzioni.
Il piano quinquennale (2012-16)
mira a fare della Tanzania un paese
semi-industrializzato entro il 2025
incentivando comunicazioni, edi-
lizia, elettricità e intermediazione
finanziaria e introducendo politiche
a sostegno del settore agricolo.
Kampala è la capitale dell’Ugan-
da, un Paese con 36,82 milioni di
abitanti e un PIL in crescita del 6%
nel 2014.
Per il periodo 2015-17 l’Intelligen-
ce Unit di The Economist stima
una crescita annua del PIL pari al
7%, che dovrebbe salire al 12%
nel 2018-19 grazie all’imminente
produzione petrolifera. Il partito
National Resistance Movement è
saldamente ancorato al governo
da decenni e la frammentata op-
posizione rende poco probabile
un cambio al vertice anche se il
rischio di attacchi terroristici rap-
presenta una vulnerabilità alla
sicurezza. Altre criticità sono gli
apparati burocratico e giudiziario.
Il piano di sviluppo del periodo
2010-15 è concentrato sulle infra-
strutture, inadeguate soprattutto
nel trasporto. Il settore bancario
comprende 25 banche commerciali
ed enti di microfinanza, di cui 16
istituti stranieri, con basso accesso
al credito. Agli investitori esteri
vengono offerti incentivi fiscali. Il
Paese esporta principalmente caf-
fè, tè, prodotti ittici, oro, cotone e
fiori. Nel medio-lungo periodo un
potenziale di crescita è rappresen-
tato dai nuovi giacimenti petroli-
feri nell’area del lago Alberto, che
dovrebbero entrare in produzio-
ne nel 2016. Costruzioni, servizi
(telecomunicazioni e trasporti) e
agro-industriale sono altri settori
in crescita. Nel 2013 le aziende
italiane hanno esportato nel Paese
beni per 38,8 milioni di euro (-
14%), principalmente di meccanica
strumentale, moda, manifattura e
metallurgia. Abbiamo importato
per 66,7 milioni di euro (+3,3%) di
prodotti agricoli e ittici. Tuttavia,
nei primi sette mesi del 2014 le im-
portazioni sono cresciute del 41%
(16 milioni) e le esportazioni sono
calate di 11 milioni di euro (-43%).
Ruanda e Burundi
Il Ruanda è considerato un Paese
stabile, in cui predomina un go-
verno accentratore, con ambiziosi
Investimento di capitali nell’industria
Partner
State/
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Burundi
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Tanzania
142
206
237
391
469
1.248
514
1.103
450
-
-
Uganda
-
-
-
-
-
-
-
-
Kenya
13
5
43
69
27
139
47
318
93
91
176
Ruanda
-
-
10
10
11
13
14
17
-
-
-