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mesi una collaborazione struttura-
ta con il programma Select USA.
Inoltre, con l’iniziativa Machines
Italia (
progetto in collaborazione con Fe-
dermacchine per la promozione dei
macchinari italiani in USA, siamo
già stati pionieri in tale direzione,
inteso a creare l’equazione tra I-
talia e tecnologia e allargare il
concetto di Made in Italy anche alla
nostra eccellenza tecnologica, tra
addetti ai lavori, grande pubblico e
istituzioni scientifiche e di ricerca”.
Nuovi hub manifatturieri
Il Governo federale americano sta
oggi investendo 1 miliardo di dol-
lari per la costituzione di quindici
Manufacturing Hubs, grosse part-
nership tra corporation, università
e centri di ricerca mirate alla ricer-
ca applicata: dei sei già nati, uno
è a Detroit, focalizzato su materiali
avanzati e leghe leggere, un altro in
Ohio sul 3D, uno nel North Carolina
su semiconduttori ed efficienza e-
nergetica, e uno a Chicago, da poco
annunciato con un investimento di
320 milioni di dollari e dedicato
al digital manufacturing. E pro-
prio a Chicago ha sede l’ufficio
ICE-Agenzia capofila dei Desk Ma-
chines Italia: “La nostra presenza
- spiega Matteo Picariello, direttore
dell’ufficio - ci consente di offrire
localmente servizi avanzati alle
aziende italiane della meccanica,
come ImportGenius, per tracciare
spedizioni e vendite di esportatori
stranieri verso gli USA, il supporto
per la presenza a eventi e fiere per
il manifatturiero, e il servizio di
consulenza legale gratuita tramite
la partnership University of Chica-
go Corporate Labs”.
Qualità e relazione
Le vendite di beni strumentali i-
taliani in continua crescita dimo-
strano il rapporto di fiducia instau-
ratosi tra i decisori delle aziende
americane e i costruttori italiani,
merito dell’elevato contenuto tec-
nologico dei nostri macchinari,
come sottolinea Alfredo Mariotti,
segretario generale Federmacchi-
ne: “Un vantaggio che va mante-
nuto continuando a investire in
ricerca e innovazione, applican-
dosi in nuovi settori come quel-
lo delle tecnologie additive, 3D e
prototipazione rapida, sempre più
diffuse nel machinery avanzato
USA”. Altro asse fondamentale del
nostro vantaggio competitivo è poi
la relazione: elemento importante
da costruire strada facendo, e che
impone presenza locale al crescere
della distanza dei mercati. Ciò vale
più che mai negli Stati Uniti, dove
le imprese tendono a privilegiare
aziende con già una presenza di-
retta, almeno con una filiale che
abbia dei representative, venditori
gestiti direttamente, un magazzino
e una logistica. Attività che sono
progettare 384
OTTOBRE
2014
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USA, impressioni
di chi già vi opera
Un sondaggio condotto da Federmacchine
e Università Cattolica su un campione di
circa 40 aziende associate, solo al 13%
con fatturato sotto i 2,5 miliardi di euro,
rileva che l’80% è già presente negli USA,
non pertanto un Paese greenfield ma con
pratiche già consolidate e una presenza
italiana già radicata nel tempo, in quanto
l’85% vi è già da oltre 10 anni. Il 68% delle
imprese vi è entrato per export diretto, ma
al diminuire delle dimensioni aziendali le
forme di presenza si fanno più sofisticate.
Il 47% del campione ha deciso di entrare
seguendo il mercato, il 38% ha seguito
un cliente, mentre un altro 12% ha voluto
intercettare mercati limitrofi (Messico). Le
attività di promozione del sistema degli
stakeholder presenti sono riconosciute e
apprezzate dal 68% delle aziende. Emerge
però la richiesta di maggiori informazioni
che risalgono la catena del valore, verso
forme di partnership che toccano attività di
approvvigionamento, know how, logistica e
fornitori, per una presenza più sofisticata
che aiuti ad affrontare le vaste dimensioni
del mercato, percepite per il 30% come
una delle principali difficoltà, insieme alla
necessità di avere una presenza diretta e
alla chiusura del mercato.
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