non solo cresce, ma ha carattere
innovativo e mostra prospettive
stabili per il futuro, a differenza di
mercati emergenti come Asia, Rus-
sia e Brasile. Il mercato del lavoro
è molto flessibile, caratterizzato da
un basso costo della manodopera
e da un mondo sindacale pronto a
27
progettare 384
OTTOBRE
2014
I PROTAGONISTI
“Gli Stati Uniti sono stati sempre uno dei primi mer-
cati di riferimento per le macchine italiane - spiega
Alessandro Liberatori
, dirigente Ufficio mecca-
nica ICE-Agenzia Roma -, e tanto più oggi, con il calo
del mercato interno, rappresentano un’importante
opportunità di sviluppo”. Molte aziende italiane sono
infatti presenti già da anni con le proprie attività
oltreoceano, dove l’elevato contenuto tecnologico
delle nostre macchine e la flessibilità delle nostre
aziende sposano alla perfezione la tendenza delle
produzioni USA a riposizionarsi su un advanced
manufacturing.
“Il mercato americano è molto dinamico e aperto
ai prodotti italiani - spiega
Kyle R. Scott,
console
generale USA a Milano -: nel 2012 l’export italiano
negli Stati Uniti è salito del 16%, e il dato atteso per
il 2013 è altrettanto forte. A differenza dell’Europa,
che vive ancora la crisi, l’America registra già
da oltre tre anni una forte crescita: solo l’ultimo
trimestre è stato per la prima volta negativo dal
2009, dovuto all’ultimo inverno molto rigido che
ha costretto molte aziende a chiudere per alcune
settimane. Ma le previsioni sono già tornate positive
per il nuovo trimestre”.
“Scopo del programma - spiega
Andrea Rosa
,
referente italiano del programma - è fornire alle
imprese una prima serie di informazioni a carattere
pratico, aiutandole a entrare in contatto con gli
Stati e con altre organizzazioni di sviluppo eco-
nomico americane, incluse associazioni industriali,
università e banche, individuando anche i migliori
incentivi finanziari disponibili”. Il programma or-
ganizza anche collettive a eventi fieristici, con un
prossimo evento ad Automechanika di Francoforte
in settembre
e dell’energia ormai allineati con
quelle regioni, grazie all’evoluzione
delle tecnologie estrattive e a nor-
mative sul lavoro che favoriscono
le imprese e la flessibilità occupa-
zionale. “Gli Stati Uniti sono stati
sempre uno dei primi mercati di
riferimento per le macchine italia-
ne - spiega Alessandro Liberatori,
dirigente Ufficio meccanica ICE-A-
genzia Roma -, e tanto più oggi, con
il calo del mercato interno, rappre-
sentano un’importante opportunità
di sviluppo”. Molte aziende italiane
sono infatti presenti già da anni con
le proprie attività oltreoceano, do-
ve l’elevato contenuto tecnologico
delle nostre macchine e la flessi-
bilità delle nostre aziende sposano
alla perfezione la tendenza delle
produzioni USA a riposizionarsi
su un advanced manufacturing. “Il
mercato americano è molto dina-
mico e aperto ai prodotti italiani
- spiega Kyle R. Scott, Console
Generale Usa a Milano -: nel 2012
l’export italiano negli Stati Uniti è
salito del 16%, e il dato atteso per
il 2013 è altrettanto forte. A diffe-
renza dell’Europa, che vive ancora
la crisi, l’America registra già da
oltre tre anni una forte crescita:
solo l’ultimo trimestre è stato per
la prima volta negativo dal 2009,
dovuto all’ultimo inverno molto ri-
gido che ha costretto molte aziende
a chiudere per alcune settimane.
Ma le previsioni sono già tornate
positive per il nuovo trimestre”.
Favorevole al fare impresa
L’economia USA ha creato da mar-
zo 2010 circa 7 milioni di nuovi
posti di lavoro, e altri 179 mila
solo a maggio scorso. “Gli Stati
Uniti - continua Scott -, sono un
mercato con oltre 300 milioni di
consumatori dal reddito abbastan-
za alto. Se aggiungiamo i 19 Paesi
con i quali gli Usa hanno stretto
accordi di libero scambio, Canada
e Messico, ma anche Cile, Corea
del Sud, Taiwan, Israele e i Paesi
caraibici, produrre negli Stati Uniti
apre un mercato di oltre 600 mi-
lioni di consumatori”. Il mercato