Centri di servizi che offrono la possibi-
lità di stampare oggetti tridimensionali
professionalmente stanno già nascen-
do ovunque nel mondo, apportando
un grande cambiamento nei modi di
produrre. “Le nostre soluzioni on cloud
oggi permettono a tutti di lavorare su
uno stesso progetto, e di spedire i
progetti ai siti produttivi per stamparli
localmente. La nostra piattaforma 3D
è inoltre aperta, affinché sviluppatori
di terze parti, progettisti e costruttori
di macchine, produttori di materiali e
sviluppatori software possano entrare
in questo network e contribuire con
le proprie customizzazioni”. Autodesk
sta inoltre creando stampanti 3D pro-
prie, punto di riferimento per mostrare
tutte le potenzialità del software open
source Spark 3D, contribuendo allo
sviluppo della nuova tecnologia che,
come spiega ancora Brandt, potrà an-
che potenziare macchinari e fabbriche
già esistenti: “La stampa 3D nei pro-
cessi di stampa a iniezione consente
di realizzare strumenti con livelli di
sofisticazione prima impensabili, ad
esempio con canali di raffreddamento
vicini alla superficie del metallo ef-
ficienti quanto i capillari nella pelle
umana. L’integrazionedi questi tool nei
macchinari aumenta la produttività del
30% in un colpo solo”.
Nuovi sensori e ‘internet of things’
promettono inoltre di cambiare il bu-
siness model futuro delle compagnie
che oggi annullano il vantaggio opera-
tivo che Paesi come la Cina offrivano.
Insieme col reshoring in atto da alcuni
anni, si va quindi verso il distributed
manufacturing: lecompagnie riportano
le proprie produzioni all’interno dei
confini nazionali, rilocalizzandolevicino
ai luoghi di consumo”. Analogamente
a quanto avviene nell’energia, dove da
reti di produzione molto centralizzate
si passa a piccoli siti produttivi vicini
a dove l’energia viene utilizzata, così il
nuovo manifatturiero si struttura con
fabbrichepiùpiccoleepiùvicineai cen-
tri di consumo. “Processo molto inte-
ressante - spiega Brandt - se pensiamo
che i mercati emergenti hanno bisogni
che si discostano molto da quelli dei
Paesi già industrializzati: pensiamo a
un frigorifero, che in un Paese africano
richiede prestazioni ben diverse che
in Italia o in USA. Grazie poi ai nuovi
metodi di produzione rappresentati
oggi da tecnologie additive e stampa
3D, questi mercati potranno progettare
e produrre da sé i propri stessi prodotti,
portando elevati gradi di personalizza-
zione grazie all’impatto che le speci-
fiche esigenze degli utilizzatori locali
avranno nel modificare i beni”.
Tecnologie additive e stampa 3D
Esiste in particolare una compagnia
chiamata 3D Hubs, un network globale
di stampatori 3D, con cui Autodesk ha
strettounapartnership: “L’accordocon
3D Hubs - spiega Brandt - consente a
chiunque di effettuare stampe da mo-
delli 3D sfruttando tutte le potenzialità
offerte da Spark 3D, il nostro software
‘oncloud’ di progettazione tridimensio-
nale, appoggiandosi alla rete3DHubs”.
Jordan Brandt, ‘technology
futurist’ di Autodesk.
Secondo Autodesk, il ‘goal driven design’ abiliterà
livelli di complessità nella progettazione oltre
ogni possibile umana immaginazione.
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OTTOBRE
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