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MATERIALI
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progettare 382
LUGLIO
/
AGOSTO
2014
metallici, che però hanno delle li-
mitazioni, soprattutto nel caso sia
necessario intervenire una seconda
volta su di uno stesso paziente,
nel medesimo tratto di un vaso
sanguigno. Il primo stent inserito,
può infatti impedire l’introduzione
di un secondo. L’utilizzo di stent
degradabili, in grado di erodersi
dopo aver svolto la funzione mec-
canica richiesta, rappresenta quindi
un sistema ideale in tali casi. Gli
stent polimerici hanno anche altri
vantaggi rispetto a quelli metallici,
ad esempio permettono un migliore
ripristino della fisiologica mobilità,
flessibilità e pulsatilità del vaso san-
guigno. L’azienda americana Abbot
è stata la prima a commercializzare
degli stent coronarici polimerici, in
particolare in acido polilattico.
Polimeri degradabili
L’utilizzo di polimeri degradabili è
sempre più richiesto anche dall’in-
dustria farmaceutica, per realizzare
formulazioni a rilascio controllato
e localizzato. I sistemi più studiati
sono stati quelli micro- e nano-
particellari, costituiti cioè da sfere
polimeriche di dimensioni nano-
metriche o micrometriche (rispet-
tivamente 1 miliardesimo e 1 mi-
lionesimo di metro) contenenti un
farmaco. Questi sistemi sono stati
utilizzati per incapsulare proteine e
ormoni, perché permettono di pro-
teggere tali molecole, che altrimenti
si degraderebbero rapidamente in
ambiente fisiologico, perdendo così
la loro attività. L’azienda Alkermes
ad esempio ha sviluppato la tecno-
logia ProLease, che prevede l’incap-
sulamento di proteine all’interno di
una matrice di acido polilattico-co-
glicolico. I sistemi nanoparticellari
sono inoltre interessanti in ambito
oncologico, perché si accumulano
nelle zone tumorali, aumentando
così l’efficacia farmacologica e di-
minuendo i problemi legati alla tos-
sicità dei chemioterapici.
Un farmaco innovativo è stato svi-
luppato per il trattamento del glio-
blastoma, un tumore difficilmente
trattabile che colpisce il cervello: le
normali terapie a base di chemio-
terapici sono spesso inefficaci, a
causa della difficoltà di superare la
cosiddetta ‘barriera ematoencefali-
ca’ e raggiungere quindi il cervel-
lo. La ditta Arbor Pharmaceutical
ha sviluppato dei wafer polimeri-
ci, commercializzati con il nome
di Gliadel, contenenti un farmaco
chemioterapico, che sono inseriti
chirurgicamente nella zona del cer-
vello lesionata. Tali wafer (a base
di una polianidride) si erodono len-
tamente, rilasciando gradualmente
e localmente il chemioterapico. In
conclusione i campi di applicazione
dei polimeri in ambito medico sono
numerosi e tali materiali possono
aprire la strada alla realizzazione
di approcci terapeutici sempre più
avanzati.
G. Ciardelli, S. Sartori - Dipartimento di
ingegneria meccanica e aerospaziale del
Politecnico di Torino.
Stent polimerici, Abbot.
Polimeri per il rilascio
controllato di farmaci (Sito
Purac).
Wafer polimerici (Gliadel)
per il trattamento del glioblastoma.
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