I traumi cranici lievi (Mtbi), noti an-
che come concussioni (agitazione
oppure torsione e/o decelerazione
del cervello in risposta all’improv-
viso movimento e/o decelerazione
della testa), rappresentano un ri-
schio molto serio e diffuso nello
sport moderno.
Secondo il Center for Disease Con-
trol, un organismo di controllo sulla
sanità pubblica degli Stati Uniti
d’America, ogni anno vengono
segnalati quasi quattro milioni di
traumi cranici lievi dovuti a impatti
violenti durante lo svolgimento di
attività sportive o ricreative. I costi
generati da questi incidenti sono
quindi molto rilevanti, per non par-
lare dei danni economici che una
società sportiva professionistica
può subire in caso di infortunio e
prolungata assenza di un campio-
ne che guadagna milioni di dollari
all’anno.
Finora, una delle difficoltà maggio-
ri nello studio dei traumi cranici
è stata la raccolta di dati relativi
all’entità e alla frequenza dei colpi
subiti.
Come fanno neurologi, allenatori o
genitori a sapere quando un colpo
o un urto rappresentano un evento
critico, se non riescono a valutar-
ne la violenza o non sanno quanti
colpi ha subito il paziente, l’atleta
o il figlio?
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progettare 382
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/
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AUTOMAZIONE
ATTILIO ALESSANDRI