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progettare 382
LUGLIO
/
AGOSTO
2014
47
DOSSIER
INDUSTRIA MEDICALE
queste ultime, il tasso
medio di investimen-
to in studi clinici risulta
essere sceso dal 2,3% allo
0,9%. Tutto questo ha porta-
to a una caduta complessiva
degli investimenti in R&I pari
a -28%. Al contrario il peso
degli investimenti esteri sul to-
tale risulta essere cresciuto dal 42%
al 48%, ma in un quadro totale che
vede diminuiti gli investimenti nel
settore in Italia.
Perdita di investimenti
In altre parole, è l’Italia che negli ultimi
anni pare aver perso attrattività nei
confronti dell’industria dei dispositivi
medici, mentre altri Paesi, eviden-
temente, sono riusciti a intercettare
maggiori investimenti. È anche emer-
so che si tratta di un tipo di investi-
mento strategico che l’industria tende
a concentrare in un numero di Paesi
via via più piccolo. Questo vale sia
per gli studi clinici - che prescindono
dal Paese dove vengono svolte le
attività di produzione e di R&S - sia
per la R&S, che invece si nutre di
collaborazioni e ‘infiltrazioni’ esterne.
Il crollo degli investimenti nel nostro
Paese si reputa oggi legato a diversi
fattori: la crisi economica generale, la
stretta creditizia; lamancata normaliz-
zazione dei tempi di pagamento delle
forniture; la contrazione del mercato
domestico; una fiscalità che non fa-
vorisce gli investimenti in ricerca e
- sopra ogni altro aspetto - politiche
pubbliche di acquisto e di rimborso
che non premiano l’innovazione. L’ef-
fetto combinato di tutti questi fattori
risulta amplificato dalle caratteristi-
che dei processi di innovazione tipici
del settore, che si nutrono in gran
parte di collaborazioni con soggetti
esterni alle imprese. Anche la tenden-
za a concentrare gli investimenti e le
collaborazioni è un ulteriore elemento
che spiega la misura del loro calo in
Italia. Ciononostante, negli ultimi anni
nel nostro Paese si osserva un’acce-
lerazione nel tasso di introduzione di
nuovi dispositivi nel mercato: un a-
spetto positivo che rischia seriamente
di essere di breve durata.
Questo articolo è stato realizzato utiliz-
zando ampi stralci del rapporto 2013 ‘‘Pro-
duzione, ricerca e innovazione nel settore
dei dispositivi medici in italia’’. A cura
del Centro studi di Assobiomedica (CSA),
in collaborazione con il Servizio studi e
ricerche di Intesa Sanpaolo.
sione del 2011
tornando so-
stanzialmente ai valori
del 2010; il saldo della
bilancia commerciale
è migliorato, pur ri-
manendo - anche se
di poco - negativo.
Sul fronte del mercato
interno i segnali sono tutti
indicativi di un momento
molto difficile, soprattut-
to per quanto riguarda la
domanda pubblica: infatti,
negli ultimi due anni la do-
manda interna complessi-
va è scesa del 9% e quella
pubblica di oltre l’11%. Le
imprese chiuse tra il 2010
e il 2011 o in chiusura nel
2012 risultano essere 216.
Le maggiori sofferenze si
osservano nelle imprese
site nelle regioni meridionali e in
Emilia- Romagna; nelle imprese di
distribuzione; nelle imprese che non
hanno una struttura multinaziona-
le; in quelle a capitale italiano e nei
comparti elettromedicale diagnostico
e biomedicale strumentale. Risul-
tano, invece, in minori difficoltà le
imprese di produzione che operano
in segmenti di mercato molto piccoli
(che proprio per via delle modeste
dimensioni dei vari mercati nazionali
a cui si rivolgono hanno dovuto inter-
nazionalizzarsi maggiormente fin da
subito) e caratterizzati da unamaggio-
re domanda privata e le imprese che
prestano maggiore attenzione alla
qualità dei propri processi aziendali e
riescono a essere più innovative. Tra
il 2010 e il 2011 si stima che il tasso
medio di investimento in R&S in Italia
da parte delle imprese di produzione
sia sceso dal 6,7% al 5,2%, quello del-
le multinazionali estere commerciali
dall’1,1% allo 0,1%; con riferimento a
1...,37,38,39,40,41,42,43,44,45,46 48,49,50,51,52,53,54,55,56,57,...86
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