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SETTEMBRE
2013
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il Piano Tajani. “Ci deve’essere una
volontà politica che affianchi gli im-
prenditori. Bisogna dare all’Europa
una politica industriale. Unica”.
Prospettive in chiaroscuro
Cinque anni dopo l’inizio della crisi
finanziaria globale le difficoltà ri-
mangono, si protraggono e le pro-
spettive per il 2013 non sono delle
migliori: lo scorso anno la crescita
si è indebolita e molti Paesi svilup-
pati sono in recessione. Sia nelle
economie in via di sviluppo che in
quelle ricche, la crescita del PIL è
rallentata e per il prossimo anno si
prevede che la crescita del prodotto
interno lordo mondiale, dopo esse-
re scesa al 3,2% dal 3,9% del 2011,
risalga al 3,5%. Secondo le stime,
molte economie continueranno ad
operare al di sotto del potenziale
senza quindi riuscire a recuperare i
posti di lavoro persi. Nell’Eurozona,
le prospettive sono di un generale
peggioramento, nonostante i sen-
sibili progressi registrati in seguito
alle misure varate dall’Unione. Si
prevede che nel 2013 il Pil si ridurrà
dello 0,2%. All’interno della zona
Euro, l’Italia resterà ancora agli ulti-
mi posti per quanto riguarda la cre-
scita economica, con una riduzione
del PIL di un punto percentuale e
un tasso di disoccupazione che non
accenna a diminuire. “La situazione
della siderurgia europea ha for-
ti ripercussioni sull’Italia - spiega
Gozzi -. Siamo i secondi produttori
siderurgici europei; un settore che
per almeno il 50% vive di edilizia e
lavori pubblici, è legato inevitabil-
mente agli investimenti. L’acciaio
italiano è in gravi difficoltà: quando
va bene, lavoriamo al 60% della
capacità produttiva installata, con
delle conseguenze su un’industria
di volumi e costi fissi. Non è soste-
nibile nel lungo periodo. I settori
legati alle costruzioni hanno una
caduta di volumi ancora peggiore.
Si cerca di reagire cercando di esse-
re adattabili e flessibili, con misure
prese dallo Stato come cassa inte-
grazione e contratti di solidarietà.
Ora però si tratta di rifinanziare
questi strumenti, che a partire da
settembre non hanno copertura.
Questo, alla luce di una situazione
che, dal punto di vista della caduta
domanda è quella del 2009, ma dal
punto di vista della forza finanziaria
delle imprese è molto peggio. A
questo si aggiunge il problema di
credito dei clienti. Il meccanismo è
a rischio. La ricetta della sopravvi-
venza prevede misure che possiamo
prendere noi, e altre che spettano ai
poteri pubblici. A noi tocca prendere
decisioni in fatto di innovazione,
I PROTAGONISTI
Antonio Tajani
attualmente è vicepresidente della
Commissione europea. Dal 2009 ha la delega quale
Commissario responsabile di industria e imprenditoria
nella Commissione Barroso, ma anche padre dell’Action
Plan noto appunto anche come il Piano Tajani: sem-
plificazione e armonizzazione normativa, riciclo dei
rottami dell’acciaio, utilizzo di politiche di protezione
commerciale da pratiche sleali, sostegno alla ricerca e
alla produzione per energia da fonti alternative. Questi
gli elementi del piano d’azione per il settore siderurgico
presentato nel giugno scorso dal commissario europeo.
Antonio Gozzi
è presidente di Federacciai che rap-
presenta le imprese siderurgiche italiane, fa parte di
Confindustria e conta circa 150 aziende associate che
realizzano e trasformano oltre il 95% della produzione
italiana di acciaio. Federacciai è nata con l’obiettivo di
tutelare, supportare e mettere in relazione le aziende
produttrici, trasformatrici e distributrici di acciaio e
prodotti siderurgici affini. Inoltre, come principale por-
tavoce delle aziende del settore, promuove le politiche
industriali a sostegno del comparto attraverso iniziative
in campo economico, politico e tecnico-scientifico.
Marco Fortis
è vicepresidente della Fondazione
Edison, che ha sede a Milano in Foro Buonaparte. Il
crescente rilievo strategico dei distretti e delle PMI, le
relazioni tra operatori di impresa e studiosi promosse a
questo proposito hanno suggerito nel 1999 di dar vita
alla Fondazione Edison (sino al maggio 2002 aveva la
denominazione di Fondazione Montedison Comunità e
Innovazione). Le prime attività della Fondazione risal-
gono all’inizio del 2000 con la nascita della collana e
al marzo 2000 con il convegno ‘Le liberalizzazioni e
le privatizzazioni dei servizi pubblici locali’.
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