fluidotecnica 388
•
APRILE
2015
21
po, permette di trovare il giusto
equilibro tra efficienza energetica,
livello sonoro e performance. Ab-
biamo intrapreso da tempo un im-
portante percorso di integrazione di
componenti che normalmente sono
presenti esternamente al radiatore,
infatti, oggi è più corretto definirli
sistemi di raffreddamento”.
“Gli scambiatori di calore sviluppati
da OMT - interviene Luigi Pirovano,
responsabile commerciale di OMT -,
nascono per essere installati sulle li-
nee di ritorno dei circuiti oleoidrauli-
ci oppure per impieghi nell’industria
di processo. La loro progettazione
e produzione è calcolata per un’ef-
ficiente dissipazione del calore. Per
questo motivo utilizziamo materiali
come leghe d’alluminio e acciaio. La
progettazione avviene internamente
all’azienda con cinque stazioni CAD
3D Solidworks. Realizziamo sia pro-
dotti standard sia a disegno, al fine
di migliorare le prestazioni secondo
le esigenze dell’utente”.
Norme e nuove esigenze
Un’evoluzione di prodotti e pro-
cessi per resistere alla competizio-
ne mondiale. Quali sono allora le
richieste degli utilizzatori? Come
sono cambiate? Prosegue Pirovano:
“Anche se il comparto oleoidrauli-
co è considerato maturo, io penso
che abbia ancora grandi margini
di innovazione. Oggi i costruttori
di impianti oleoidraulici chiedono
maggiore qualità dei prodotti, si-
stemi dagli ingombri ridotti, elevata
efficienza e minori consumi, assi-
stenza worldwide. Inoltre, il Made
in Italy è molto apprezzato all’estero
e questo è un punto di forza per
parametro più importante è prima
di tutto l’efficienza del prodotto che
si propone, che dipende, oltre che
dal tipo di materiale utilizzato, anche
da come lo scambiatore di calore è
stato progettato e costruito. Analo-
ga importanza ritengo rivestano i
consumi del mezzo di raffreddamen-
to che devono essere i più bassi
possibile per ottenere bassi costi di
esercizio, sia che si tratti di acqua o
di aria mossa da ventilatore”.
Articolata la risposta di Giovanni
Bellani, product manager cooling di-
vision di Hydac: “Nel progettare una
linea di scambiatori l’utilizzo finale
è la nostra priorità. Ogni settore ha
le proprie peculiarità ed è soggetto
ad applicazioni e normative molto
specifiche. La produzione interna
delle masse radianti abbinata all’at-
tività del nostro centro di svilup-
I PROTAGONISTI
GIOVANNI BELLANI, product manager cooling divi-
sion di Hydac: “La personalizzazione del prodotto e
l’esperienza maturata in diverse applicazioni in più
di 47 Paesi nel mondo e con più di 8.000 dipendenti,
rendono la competenza tecnica, la presenza globale e il
supporto locale il nostro valore aggiunto. Il costante ag-
giornamento sull’evolversi di normative e certificazioni
permette ai nostri prodotti di anticipare le richieste del
mercato e fornire soluzioni in ogni applicazione nel
campo dell’azionamento oleodinamico”.
LUIGI PIROVANO, responsabile commerciale di OMT: “Ol-
tre all’assistenza all’utente e un minor time-to-market,
abbiamo automatizzato le linee di produzione con robot
antropomorfi e sistemi di saldatura automatici. Gli
scambiatori di calore sono costruiti utilizzando tecnologie
importanti come un forno per la saldobrasatura, mac-
chine robotizzate, personalizzazione per il turbinatore
aria-olio; alcuni componenti del radiatore sono ricavati
da fusione per assicurare una maggiore qualità”.
GIANLUIGI SESINO, presidente di Costante Sesino: “Nel
settore della potenza fluida il parametro più importante
è prima di tutto l’efficienza del prodotto che si propone,
che dipende, oltre che dal tipo di materiale utilizzato,
anche da come lo scambiatore di calore è stato proget-
tato e costruito. Analoga importanza ritengo rivestano
i consumi del mezzo di raffreddamento che devono
essere i più bassi possibile per ottenere bassi costi di
esercizio, sia che si tratti di acqua o di aria mossa da
ventilatore”.
Foto in alto. Scambiatore di calore
a fascio tubiero di Costante Sesino.
Sotto, sistema di raffreddamento Hydac.