Vent’anni di medie imprese
Nel periodo dal 1996 al 2015 le medie imprese hanno raddoppiato le
vendite e quasi raddoppiato il valore aggiunto, con un incremento della
forza lavoro pari a circa il 30%. L’export è cresciuto dal 33% al 43%. Le
sole imprese esportatrici, che sono circa il 90% del totale, esportano il 48%
circa del fatturato. La crisi ha colpito in modo particolare il settore dei beni
per la persona e la casa, con un calo del valore aggiunto di questo settore
rispetto al totale dal 28,3% al 19,1%. Hanno sofferto i comparti della carta ed
editoria (dal 5,6% al 4,5%) e della metallurgia (dal 5,7% al 4,7%). Tra i settori
dinamici invece la meccanica (dal 35,5% al 39,1%), l’alimentare (dal 12,1%
al 15%), il farmaceutico cosmetico (10,6% al 15,1%). Il Made in Italy resta
stabile (dal 62,9% al 62%).
Nell’ultimo decennio (periodo 2006-2015) le medie imprese famigliari hanno
tenuto il passo segnando una crescita del fatturato pari al 25%, più del
triplo rispetto alla manifattura di medio-grande e grande dimensione (+8%).
Ciò si è reso possibile grazie alla forte presenza sui mercati esteri, dove
le medie imprese hanno ottenuto una crescita del 49% (il 33% del totale
À
prende in considerazione in dettaglio il periodo tra il 2010 e il 2015 le imprese
esportatrici hanno permesso il recupero dei livelli pre-crisi con un incremento
del fatturato del 19,5%, del valore aggiunto del 22% e dell’occupazione
dell’8,6% (contro rispettivamente i decrementi pari a 17,7%, 16% e 19,2%
delle non esportatrici).
sciuti in misura equivalente (il 60% circa).
Le medie imprese sono altresì in contro-
tendenza rispetto alle imprese in generale
dove la produttività resta un nodo molto
pesante. Il loro modello di redistribuzione
della ricchezza consente di fare beneficiare
tutti gli stakeholder, incluso il lavoro.
Europea, il 10% delle imprese nel Nord
America, il 55% delle imprese in Paesi in
via di sviluppo, il 45% delle imprese in
economie mature.
Se si osserva l’andamento della produttività
e del costo del lavoro unitario delle medie
imprese a partire dal 1996 questi sono cre-
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marzo 2018
Le sfide tecnologiche
Nel corso del 2016, quasi l’85% delle
medie imprese famigliari ha realizza-
to investimenti, in un quarto dei casi
nell’ambito della ricerca e sviluppo. Si-
gnificativo anche l’impegno sui temi
dell’eco-compatibilità e della sostenibilità
ambientale: ammonta, infatti, a oltre il
56% del totale la quota di medie impre-
se che sono impegnate in produzioni più
rispettose dell’ecosistema e che adottano
tecnologie energy saving. Il 65% di que-
sti investimenti ha interessato il processo
produttivo, oltre un terzo è intervenuto
anche o solo sul prodotto e il 55% ha ri-
guardato l’abbattimento del consumo
di energia e materie prime o il riutilizzo
degli scarti. Il ruolo della trasformazio-
ne digitale di Impresa 4.0 è sempre più
significativo: quasi il 66% delle imprese
ritiene di essere in fase di applicazione
più o meno avanzata delle tecnologie
4.0, con una punta del 6,4% che segnala
di averle già ampiamente introdotte. E il
56% è al corrente delle misure del Piano
del Governo a sostegno della trasforma-
zione digitale del sistema produttivo. Le
prime applicazioni hanno toccato la pro-
duzione (86,6% dei casi) e la logistica e la
gestione del magazzino (17,9%). Limitata
è l’applicazione nelle vendite (7,0%). Po-
sitive prospettive anche sullo sviluppo di
nuovi prodotti (18% circa), sulle attività
di ricerca e sviluppo (14%), sul modello di
business (13%), come pure sul migliora-
mento delle competenze dei dipendenti
(34,5%), il cui livello attuale di prepara-
zione sui diversi aspetti di Impresa 4.0 è
giudicato insufficiente in un terzo dei ca-
si, a fronte appena del 4,4% che giudica
le risorse umane aziendali già pronte ad
abbracciare la trasformazione digitale.
L’impatto sull’occupazione è previsto po-
sitivo per occupati a maggiore qualifica-
zione con un incremento della produttivi-
tà e dell’efficienza aziendale.