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marzo 2018

diAlbertoGiordano

Negli ultimi venti anni lemedie

imprese familiari italiane,

quellecon50-500dipendenti,

hannorafforzato il lorovalore

aggiuntonelmanifatturierodel

Paesemahannodinnanzi due

sfidecruciali: cogliereappieno

leoccasioni dei paradigmi

4.0edarsi governance stabili.

Oggi si concentranosull’open

innovatione sulle tecnologie

green. Il quadroemerge

dall’indagineMediobanca-

Unioncamere

Medieimpresefamigliari,

greeneopeninnovation

sonolesfide

alte imposte e sulla difficoltà al passaggio

generazionale.

La tassazione risulta penalizzante, ma la

tendenza è quella di un progressivo alleg-

gerimento del peso delle imposte. Il tax

rate in media ha toccato il 33% nel 2015,

ovvero oltre il 7% rispetto a quello delle

grandi imprese (25,6%). Il peso dell’Irap

è sceso sotto il 20% delle imposte com-

plessive, 10% in meno dal 30% degli anni

precedenti il 2013. Il tax rate è in calo di

circa 7 punti dal 40% toccato nel 2011. Le

imprese più penalizzate sopportano an-

cora un’imposizione pesante pari al 54%

circa. Occorre ricordare altresì che negli

anni precedenti il peso fiscale era di oltre

il 90% dei propri utili. Se le medie imprese

avessero beneficiato dal 1996 del minore

carico fiscale recente, avrebbero rispar-

miato circa 15 miliardi d’imposte, pari a

circa il 20% del proprio patrimonio.

La governance aziendale è una attività

America. La crescita delle medie imprese

famigliari si concilia con una forte inclu-

sività, grazie alla condivisione dei guada-

gni di produttività con la forza lavoro. Si

orientano verso l’open innovation e le tec-

nologie green.

Lo scorso anno le medie imprese hanno

sensibilmente migliorato le performance

di mercato, con ricadute positive anche

sull’occupazione. Nel 2017 il 55% delle

imprese ha dichiarato un aumento del fat-

turato mentre solo il 9% una diminuzione,

il ‘brand’ Made in Italy (oltre il 50% delle

medie imprese) ha espanso le proprie ven-

dite all’estero, rispetto all’8% che ha con-

fermato i dati del 2016. Tra i mercati esteri

extra-UE un ruolo importante viene svolto

dagli Stati Uniti, dalla Cina e dal Sud-Est

asiatico.

Tasse e governance

Una serie di fattori ha reso difficoltosa la

crescita. L’attenzione è stata posta sulle

L

e medie imprese italiane riesco-

no ad agganciare la ripresa grazie

alle esportazioni, ma occorre af-

frontare le sfide 4.0 e della governance. Il

quadro emerge dalla sedicesima edizione

dell’indagine annuale sulle medie impre-

se familiari (quelle con 50-500 dipenden-

ti) nel periodo 2006-2015 realizzata da

Mediobanca e Unioncamere. Nell’ultimo

ventennio le medie imprese familiari han-

no rafforzato il proprio peso nella mani-

fattura italiana: il loro valore aggiunto è

cresciuto dal 12% al 18%, il fatturato dal

14,5% al 18,5%, l’export dal 15,6% al 19%

circa. Il loro valore aggiunto è trainata dal-

la meccanica (39% del valore aggiunto),

dal farmaceutico-cosmetico e l’alimentare

(15% del totale). Quasi il 90% delle medie

imprese esporta destinando il 48% del fat-

turato ai mercati esteri, ma la base produt-

tiva resta italiana: ogni 10 siti produttivi,

solo due sono all’estero e di questi il 60%

è collocato nell’Unione Europea o in Nord