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ponenti primarie e materiali prodotti in

Cina fino al 40% entro il 2020 e al 70%

entro il 2025. Si tratta, in altre parole, di

una ‘nuova frontiera della modernizza-

zione e della digitalizzazione’ che mira

a sviluppare nuovi modelli di fabbrica e

nuovi modelli di automazione industria-

le e di business che riguarda non solo i

settori più innovativi e i processi più

avanzati, ma anche quelli più tradiziona-

li. La robotica, così come l’automazione

industriale, rappresentano il cuore della

strategia di Made in China 2025 nonché

i settori in cui Italia e Cina hanno mag-

giori opportunità di collaborare con re-

ciproco vantaggio in questo periodo di

transizione dei sistemi produttivi”.

Come stanno vivendo le imprese ita-

liane questo cambio di passo?

“Le aziende italiane già presenti sul mer-

cato cinese sono consapevoli della porta-

ta del piano Made in China 2025, anche

grazie all’attività informativa che abbia-

mo svolto insieme all’Agenzia ICE e alla

Camera di Commercio Italiana in Cina.

Per accrescere la condivisione di infor-

mazioni e prassi tra le imprese italiane

e favorire l’individuazione di opportune

strategie nel mercato cinese, abbiamo

organizzato conferenze informative; ne

parliamo inoltre regolarmente nei ra-

duni informali a Yanqi Lake, dove sono

coinvolti istituzioni, imprese e accade-

mici italiani in Cina, con partecipazioni

dall’Italia. In questa prima fase di realiz-

zazione di MiC2025 potranno senz’altro

aprirsi maggiori possibilità di collabo-

razione tra le imprese italiane e quelle

cinesi. Queste ultime hanno infatti inte-

resse a conseguire un upgrade tecnolo-

gico attraverso accordi di partenariato e

operazioni di fusione e acquisizione. Ed

è proprio la meccanica, cui Lei fa riferi-

mento, uno dei principali settori in cui

Cina e Italia possono collaborare, visto

il ruolo leader del nostro Paese e il for-

te peso tra le voci dell’export: nei primi

nove mesi del 2017 abbiamo esportato

in Cina macchinari per un totale di circa

2,84 miliardi di euro (28.8.% dell’export

totale del nostro Paese verso la Cina)”.

E nel lungo termie?

“Nel lungo termine, bisognerà necessa-

riamente confrontarsi con uno scenario

diverso, in cui le imprese cinesi sapranno

produrre e creare autonomamente tecno-

logie avanzate in un’ampia gamma di set-

tori e in modo nettamente concorrenziale

rispetto a quelle occidentali. Solo nel 2016

la Cina ha installato il maggior numero di

robot industriali al mondo, circa 90.000,

ossia il 27% del totale. Secondo le previ-

sioni questo numero è destinato a raddop-

piare entro il 2019, quando le unità instal-

late saranno circa 190.000. In generale la

Cina dovrà trovare - e lo farà certamente

- partner preferenziali che cooperino in

questo imponente processo di ammoder-

namento. Le imprese italiane sono apprez-

zatissime nel mondo, e anche in Cina, per

la loro elevata vocazione all’innovazione e

il loro dinamismo. Esse sono partner mol-

to interessanti e perfino privilegiati. Ciò

del resto risponde a un modello che già si

Made in China 2025:

how the “Silk Route”

will change

“In a country where politics precedes

or drives the economy, the institutional

support we can offer is of crucial

importance. This is what I call ‘working

as a system’ factually and not just in

words.” These are the words of Ettore

Sequi, Italian Ambassador to the

People’s Republic of China since July

2015. The Country has two ambitious

plans in progress - Made in China 2025

and Belt and Road Initiative - which

will change not only the country but

also globalization as we know it. Italy

from these transformations can gain

many opportunities, provided that it

takes a cooperation path with Chinese

companies and institutions. The aim

of Made in China 2025 is to increase

the use of raw materials and primary

components manufactured in China

up to 70% by 2025. What space will

there be for Italian companies? “In the

long term, Italian companies will have

to face a scenario in which Chinese

companies will be able to independently

create advanced technologies in a wide

range of sectors,” Sequi says. “China will

have to find preferential partners in this

major modernization process. Italian

companies are highly appreciated for

their high ability to follow innovation

and dynamism. They are interesting and

even privileged partners.” In the short

term, in the meantime, robotics and

industrial automation are the sectors in

which the two countries have the greatest

opportunities to cooperate. With regard

to the New Silk Road project, our country

“has every chance to become a strategic

hub on the trade routes between Europe

and China”. What about the protection

of intellectual property? “Major progress

has been made,” Sequi replies. “However,

there is always room for improvement.”

marzo 2018

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