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marzo 2018

diFabrizioPatti

LaCinahamesso incantiere

duepiani ambiziosissimi -Made

inChina2025eBelt andRoad

Initiative - checambieranno il Paese

maanche laglobalizzazionecome

l’abbiamoconosciuta. L’Italia

puòcoglieremolteopportunità,

apattodi entrare inuna logicadi

collaborazionecon leaziendeecon

le istituzioni cinesi.Neparliamo

conEttoreSequi, dal luglio2015

ambasciatore italianopresso la

RepubblicaPopolareCinese

MadeinChina2025:

comecambierà

laViadellaSeta

la Cina è ancora fortemente dipendente

dalle tecnologie di importazione: vor-

rebbe quindi ridurre questo gap, soprat-

tutto di know-how”.

Come si vogliono raggiungere que-

sti obiettivi?

“MiC2025 affronta questa sfida in ma-

niera scientifica e strutturata, indivi-

duando 10 settori chiave (tra cui nuo-

ve ICT, robotica, new energy vehicles,

biopharma ecc.) e 20 sotto-settori in

cui concentrare le attività di sviluppo

a livello prioritario, lungo una ‘Tech-

nical Roadmap’ che ha già identificato

180 prodotti, attrezzature e materiali

di riferimento, 150 tecnologie di base e

80 progetti pilota. Il primo obiettivo è

quello di incrementare l’utilizzo di com-

Come il piano Made in China 2025

intende cambiare il Paese nei prossi-

mi anni? È corretto il paragone con

il piano Industrie 4.0 del governo

tedesco e Industria 4.0 del governo

itailano?

“Made in China 2025, tra i programmi

più importanti e ambiziosi lanciati dalla

Cina con il XIII Piano Quinquennale, mi-

ra a trasformare il Paese in una potenza

manifatturiera globale di avanguardia

entro il 2049, anno del centenario della

costituzione della Repubblica Popola-

re Cinese. MiC2025 prende certamente

spunto dai diversi piani di Industria 4.0

lanciati in vari Paesi occidentali, ma ne

amplia il raggio di azione, per estensio-

ne degli obiettivi e dei limiti temporali.

Vi sono alcune aree tecnologiche in cui

L

a Cina guarda lontano, ha messo

in cantiere due piani ambiziosis-

simi - Made in China 2025 e Belt

and Road Initiative - che cambieranno

non solo il Paese ma anche la globalizza-

zione come l’abbiamo conosciuta finora.

L’Italia, da queste trasformazioni, può

cogliere moltissime opportunità, a patto

di entrare in una logica di collaborazio-

ne con le aziende e con le istituzioni ci-

nesi. Per realizzare tutto questo le istitu-

zioni italiane devono fare la loro parte,

sia sul fronte della promozione che su

quello della tutela dei marchi e brevetti.

E molto è già stato fatto, ci spiega Ettore

Sequi, diplomatico italiano di lungo cor-

so che dal luglio 2015 è a Pechino come

ambasciatore italiano presso la Repub-

blica Popolare Cinese.