novembre 2016
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accordo fiscale in Olanda, sia Fiat, che
aveva beneficiato di una intesa simile
in Lussemburgo. Allora, le cifre furono
pari ad alcune decine di milioni. Entram-
bi i governi hanno deciso di fare ricorso
dinanzi alla Corte Europea di Giustizia.
Nei fatti, gli accordi fiscali sono ritenuti
illegali quando offrono all’azienda coin-
volta un vantaggio non concesso ai suoi
concorrenti.
Apple dal suo punto di vista sostiene che
la Commissione voglia riscrivere la storia
di Apple in Europa, ignorando le leggi fi-
scali irlandesi. La decisione può avere un
profondo e negativo impatto sugli inve-
stimenti e l’occupazione in Europa.
Resta da vedere come si chiuderà il pro-
cedimento aperto dalla Commissione
Europea nei confronti di Google che
diale, nonché di condividere le informa-
zioni relative ai server con i rivali.
La proposta della Commissione Eu-
ropea
La proposta per creare una base impo-
nibile comune (Common consolidated
corporate tax base o CCCTB) era nata già
nel 2011, e da allora è rimasta ferma nel
Consiglio Ecofin, che non ha mai voluto
affrontare una questione così sensibile.
Certamente hanno pesato gli interessi
di Paesi come l’Irlanda, da sempre de-
terminata a difendere il proprio regime
fiscale allettante per le imprese. Ma ora
il clima è cambiato. Con la decisione su
Apple, la Commissione ha fatto capire
anche a Dublino che la sua politica non
è più tollerabile, e che altri `regali´ simi-
li alle imprese saranno giudicati contrari
alle norme UE sugli aiuti di Stato, quindi
punibili direttamente da Bruxelles, senza
passare dagli Stati. Tuttavia, a oggi, nella
maggior parte dei Paesi membri della UE,
la sovranità fiscale è considerata tuttora
intangibile e sotto questo profilo non pa-
re ci siano margini di intervento per rie-
quilibrare il sistema. La Commissione Eu-
ropea può così sperare di avere consenso
su una proposta di legislazione comune
che armonizzi il sistema se lascia un cer-
to margine di manovra, almeno sulle ali-
quote, ai Paesi membri. La proposta che
viene presentata in questi mesi seguirà
così un approccio graduale, suddiviso in
due fasi: nella prima si troverà una defi-
nizione comune di `profitti tassabili´, e
nella seconda si stabilirà una formula per
tassarli in modo equo nei diversi Stati UE.
La formula terrà conto della grandezza
dell’azienda multinazionale, del numero
di lavoratori, del tipo di attività delle filia-
li e di altre specificità.
fu definita da Bruxelles dominante nei
mercati dei servizi di ricerca generale
su Internet, dei sistemi operativi per gli
apparecchi mobili che si possono dare in
licenza e negli app store del sistema ope-
rativo mobile Android.
Google detiene infatti quote di mercato
di oltre il 90% in ciascuno di questi mer-
cati, precisò l’Antitrust che comunque
non ha ancora chiuso il procedimento.
Alla luce delle cifre contestate e che l’Irlan-
da dovrebbe recuperare da Cupertino, Mi-
crosoft, nel duello ingaggiato con l’allora
commissario Monti se l’è cavata non male.
La società fondata da Bill Gates, accusata
di abuso di posizione dominante pagò nel
2004 una multa di 497,2 milioni di euro
con l’obbligo di fornire una versione del
sistema operativo senza il lettore multime-
La Commissione Europea ha condannato Apple al rimborso di tasse non versate per via di un accordo fiscale illegittimo (tax ruling). Contro Google, un
procedimento non ancora chiuso, definita dominante nei mercati di ricerca generale su Internet.