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novembre 2016

D

urante la recessione il lavoro ha

assunto forme nuove e spesso in-

consuete. Le strategie messe in

atto per tamponare gli effetti della crisi

hanno generato comportamenti di difficile

lettura ma, dalle analisi dell’Isfol sulle atti-

vazioni di rapporti di lavoro, si è registra-

to un aumento di nuovi contratti a tempo

indeterminato, in particolare attraverso

la trasformazione di contratti a termine e

sotto la spinta di un incentivo di tipo eco-

nomico (tramite lo sgravio triennale dispo-

sto dalla legge di stabilità 2015) e di uno

di tipo normativo (il contratto a tutele cre-

scenti introdotto dal Jobs Act). Una forma

contrattuale, quest’ultima, salutata favo-

revolmente dal Cnos Fap (Formazione pro-

fessionale salesiana) che, per voce di Don

Mario Tonini, direttore amministrativo

ed ex direttore generale, “emerge chiaro

l’obiettivo primario del Jobs Act di creare

nuova occupazione stabile. Si rivela impor-

tante il fatto che al centro della riforma ci

sia il contratto a tempo indeterminato co-

me forma di assunzione privilegiata”.

Cosa dice l’Istat?

Dopo la crescita registrata tra giugno

e agosto (+0,5%) e il calo di settembre

(-0,2%), a ottobre 2015 la stima degli oc-

cupati diminuisce ancora dello 0,2% (-39

mila). Il calo è determinato dagli indipen-

denti mentre i dipendenti restano sostan-

zialmente invariati. Il tasso di occupazione

diminuisce dello 0,1%, arrivando al 56,3%.

Su base annua l’occupazione cresce dello

0,3% (+75 mila persone occupate) e il tas-

so di occupazione di 0,4 punti. La stima

dei disoccupati a ottobre diminuisce dello

0,5% (-13 mila); il calo riguarda le donne e

la popolazione di età superiore a 34 anni.

Il tasso di disoccupazione, pari all’11,5%,

resta invariato dopo il calo dei tre mesi pre-

cedenti. Nei dodici mesi la disoccupazione

diminuisce del 12,3% (-410 mila persone in

cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione

Siintravedeunalucein

fondoaltunnelperquanto

riguardal’occupazione

giovanileinItalia,anche

secisonoancoraostacoli

dasuperare.Diseguitoun

viaggiochepartedaidati

Isfolesisviluppaattornoalle

esperienzediaziendequali

Bosch,AppleeAccenturee

deicentridiformazione

Porte aperte ai giovani!

diStefanoBelviolandi

di 1,4 punti. Pur con alcune eccezioni, la co-

erenza tra il percorso di studi e le attività

di lavoro assume sempre meno peso nella

scelta del lavoro (per il 62,8% degli inter-

vistati), a favore di un contesto occupa-

zionale che garantisca buone relazioni tra

pari (89,8%), una retribuzione adeguata

(per il 92,5%) e soprattutto un livello ele-

vato di salute e sicurezza sul luogo di lavo-

ro (93,7%). Appurato che i giovani hanno

voglia di lavorare, nonostante le difficoltà

del momento, emerge una nuova figura di

‘giovane lavoratore’. Secondo una recente

indagine Ipsos-Junior Achievement in col-

laborazione con Citi Foundation, è emerso

che più del 60% del campione analizzato

ha una mentalità imprenditoriale, o me-

glio il futuro lavorativo è visto come tram-

polino di lancio per sviluppare un proprio

progetto.

Secondo un recente rapporto della com-

missione Europea ripreso da Il Sole 24Ore,

i giovani sono più istruiti ma sono anche