48
novembre 2016
D
urante la recessione il lavoro ha
assunto forme nuove e spesso in-
consuete. Le strategie messe in
atto per tamponare gli effetti della crisi
hanno generato comportamenti di difficile
lettura ma, dalle analisi dell’Isfol sulle atti-
vazioni di rapporti di lavoro, si è registra-
to un aumento di nuovi contratti a tempo
indeterminato, in particolare attraverso
la trasformazione di contratti a termine e
sotto la spinta di un incentivo di tipo eco-
nomico (tramite lo sgravio triennale dispo-
sto dalla legge di stabilità 2015) e di uno
di tipo normativo (il contratto a tutele cre-
scenti introdotto dal Jobs Act). Una forma
contrattuale, quest’ultima, salutata favo-
revolmente dal Cnos Fap (Formazione pro-
fessionale salesiana) che, per voce di Don
Mario Tonini, direttore amministrativo
ed ex direttore generale, “emerge chiaro
l’obiettivo primario del Jobs Act di creare
nuova occupazione stabile. Si rivela impor-
tante il fatto che al centro della riforma ci
sia il contratto a tempo indeterminato co-
me forma di assunzione privilegiata”.
Cosa dice l’Istat?
Dopo la crescita registrata tra giugno
e agosto (+0,5%) e il calo di settembre
(-0,2%), a ottobre 2015 la stima degli oc-
cupati diminuisce ancora dello 0,2% (-39
mila). Il calo è determinato dagli indipen-
denti mentre i dipendenti restano sostan-
zialmente invariati. Il tasso di occupazione
diminuisce dello 0,1%, arrivando al 56,3%.
Su base annua l’occupazione cresce dello
0,3% (+75 mila persone occupate) e il tas-
so di occupazione di 0,4 punti. La stima
dei disoccupati a ottobre diminuisce dello
0,5% (-13 mila); il calo riguarda le donne e
la popolazione di età superiore a 34 anni.
Il tasso di disoccupazione, pari all’11,5%,
resta invariato dopo il calo dei tre mesi pre-
cedenti. Nei dodici mesi la disoccupazione
diminuisce del 12,3% (-410 mila persone in
cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione
Siintravedeunalucein
fondoaltunnelperquanto
riguardal’occupazione
giovanileinItalia,anche
secisonoancoraostacoli
dasuperare.Diseguitoun
viaggiochepartedaidati
Isfolesisviluppaattornoalle
esperienzediaziendequali
Bosch,AppleeAccenturee
deicentridiformazione
Porte aperte ai giovani!
diStefanoBelviolandi
di 1,4 punti. Pur con alcune eccezioni, la co-
erenza tra il percorso di studi e le attività
di lavoro assume sempre meno peso nella
scelta del lavoro (per il 62,8% degli inter-
vistati), a favore di un contesto occupa-
zionale che garantisca buone relazioni tra
pari (89,8%), una retribuzione adeguata
(per il 92,5%) e soprattutto un livello ele-
vato di salute e sicurezza sul luogo di lavo-
ro (93,7%). Appurato che i giovani hanno
voglia di lavorare, nonostante le difficoltà
del momento, emerge una nuova figura di
‘giovane lavoratore’. Secondo una recente
indagine Ipsos-Junior Achievement in col-
laborazione con Citi Foundation, è emerso
che più del 60% del campione analizzato
ha una mentalità imprenditoriale, o me-
glio il futuro lavorativo è visto come tram-
polino di lancio per sviluppare un proprio
progetto.
Secondo un recente rapporto della com-
missione Europea ripreso da Il Sole 24Ore,
i giovani sono più istruiti ma sono anche