“Let’s bring the world to
FieraMilano”
giugno 2016
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Devo però dire, e con grande soddisfazio-
ne, che percepisco che tutta la struttura
condivide l’impostazione di concentrare
maggiormente la nostra attenzione su
quanto viene fatto a casa nostra: siamo
prima di tutto gestori del quartiere fieri-
stico di Rho e ogni sforzo deve essere teso
a creare eccellenza in quello che si fa qui.
Combinare questo mio primo anno con
un risultato record del Salone del Mobile,
ad esempio, è di particolare soddisfazione
perché credo che alla grande carica inno-
vativa messa dagli espositori è corrisposta
una grande capacità organizzativa da par-
te nostra di ospitare una manifestazione
di questo genere”.
Lei spesso ha parlato di ‘voler portare il
mondo a Milano’. Come traduce in azione
questa visione?
“Il caposaldo principale del nostro piano
industriale è sicuramente accrescere il no-
stro ruolo di organizzatori di fiere qui nel
quartiere fieristico a Milano: noi partiamo
dal gap di essere l’unico grande quartie-
re fieristico che non detiene la proprietà
della maggioranza delle manifestazioni
che ospita. Da questo punto di debolezza
credo nasca il principale driver di sviluppo,
ovvero aumentare la quota di manifesta-
zioni organizzate direttamente in quanto
rendono di più e fidelizzano la manife-
stazione, impedendo la migrazione verso
altri quartieri. Nel fare questo, dobbiamo
accrescere l’internazionalità, che può sem-
brare un paradosso ma non lo è: crediamo
molto nel tasso di aumento di internazio-
nalità delle nostre attività. E il tasso di in-
ternazionalità che per me conta è quello
della presenza di stranieri a Milano, essere
un volano reciproco per il territorio: noi gli
portiamo ricchezza e il territorio arricchi-
sce le nostre manifestazioni. Per quanto
riguarda i nostri investimenti all’estero, l’e-
sperienza ha dimostrato che sono soggetti
a un rischio Paese e spesso possono riser-
vare spiacevoli sorprese. Noi abbiamo in-
vestito in Paesi come Turchia e Brasile, che
sono poi stati interessati da sconvolgimenti
interni, che hanno poi compromesso il bu-
siness. Non escludiamo di fare altri investi-
menti all’estero, ma se li faremo li faremo
sui prodotti e non sulle società. In questo,
la coerenza di portafoglio tra investimenti
all’estero e quello che si fa a Milano dovrà
essere una sorta di stella polare”.
In questo quadro, quali sono le strategie
di sviluppo di FieraMilano?
“Quello che ci attende è un percorso ab-
bastanza ben delineato. Il 2016 sarà un an-
no di transizione: abbiamo un calendario
fieristico debole, nel quale non abbiamo
la presenza di manifestazioni biennali o
triennali direttamente organizzate e nel
quale tutte le operazioni di sviluppo che
Corrado Peraboni has clear ideas and the
pragmatism for realizing them. As CEO
of FieraMilano SpA for the past year,
Peraboni has already mapped a new
direction for the listed company: increase
the trade fair group’s role as organizer
of proprietary events. “We start from the
disadvantage of being the only major
exhibition center which does not hold
majority ownership of the events we host”,
he explains. “And I believe that this point
of weakness can be the main driver of
growth, by which I mean expanding the
proportion of events organized directly.
We must increase internationality,
the measure of which is the presence of
foreigners inMilan, and be a reciprocal
driving force for the region”. A lucid and
forward-looking vision, materialized
through a process that in just one year has
already resulted in an increase in capital,
necessary for strengthening the company’s
base and giving weight to its acquisition
operations. The goal is to build trade
fairs around the excellence of Made in
Italy through alliances with other Italian
fairs. “Our country is characterized by
the almost complete absence of large
international players who operate solely
on the basis of an industrial logic”,
Peraboni observes. “In this context,
we are looking for a challenging third
way: offering the Milanese venue as
an instrument of internationalization
without neglecting the local excellence of
the smaller fairs”. One example comes
from the acquisition of Ipack-IMA and
the recent agreement with the Fiera
di Verona to organize a single annual
international event dedicated to fruit and
vegetables, and to host a section dedicated
to wine as part of TuttoFood.