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novembre 2014

28

V

icinanza ai centri di ricerca ita-

liani, investimenti in ricerca e

innovazione e, non meno im-

portante, molte imprese che hanno de-

localizzato si stanno rendendo conto che

la riduzione del costo del lavoro di fatto

non significa risparmio di bilancio per-

ché si sono accorti che devono affronta-

re costi ben superiori a quelli italiani co-

me per esempio le spese di logistica. So-

no questi alcuni dei fattori che, secondo

Claudio Andrea Gemme, presidente di

Anie Confindustria, potranno favorire il

rientro delle imprese delocalizzate, il co-

siddetto fenomeno del back-reshorting,

in Italia. Durante l’assemblea annuale

della federazione sono stati snocciola-

ti punti e cifre che lo stesso Gemme ci ha

spiegatonel dettaglio, inquesta intervista.

Presidente Gemme, perché un’azienda ita-

liana, oggi, dovrebbe ritornare in Italia?

“I motivi per cui le aziende italiane deci-

dono di riportare la produzione in patria

sono molteplici, ma senza dubbio il prin-

cipale è il mantenimento e il controllo

della qualità. In un mercato sempre più

globale, e quindi sempre più spietato

e competitivo, le aziende italiane si di-

stinguono per l’eccellenza del prodot-

to ‘Made in Italy’. Un’etichetta ideale

che è da sempre garanzia di eccellenza

e qualità, non solo nelle tre tradiziona-

li f- (food, fashion and furniture), ma

anche nell’industria delle tecnologie.

Il futuro dell’industria è garantito dal-

Leimpresechehannodelocalizzato

starebberopensandoditornareaprodurre

inItalia.Perchésiritorna?Perchéall’estero

vièunminorecontrollodellaqualitàdi

produzioneeperesserepiùvicineaicentridi

ricercaesviluppoitaliani.Neparliamocon

ClaudioAndreaGemme,presidentediAnie

Confindustria

A volte ritornano…

diStefanoBelviolandi