novembre 2014
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V
icinanza ai centri di ricerca ita-
liani, investimenti in ricerca e
innovazione e, non meno im-
portante, molte imprese che hanno de-
localizzato si stanno rendendo conto che
la riduzione del costo del lavoro di fatto
non significa risparmio di bilancio per-
ché si sono accorti che devono affronta-
re costi ben superiori a quelli italiani co-
me per esempio le spese di logistica. So-
no questi alcuni dei fattori che, secondo
Claudio Andrea Gemme, presidente di
Anie Confindustria, potranno favorire il
rientro delle imprese delocalizzate, il co-
siddetto fenomeno del back-reshorting,
in Italia. Durante l’assemblea annuale
della federazione sono stati snocciola-
ti punti e cifre che lo stesso Gemme ci ha
spiegatonel dettaglio, inquesta intervista.
Presidente Gemme, perché un’azienda ita-
liana, oggi, dovrebbe ritornare in Italia?
“I motivi per cui le aziende italiane deci-
dono di riportare la produzione in patria
sono molteplici, ma senza dubbio il prin-
cipale è il mantenimento e il controllo
della qualità. In un mercato sempre più
globale, e quindi sempre più spietato
e competitivo, le aziende italiane si di-
stinguono per l’eccellenza del prodot-
to ‘Made in Italy’. Un’etichetta ideale
che è da sempre garanzia di eccellenza
e qualità, non solo nelle tre tradiziona-
li f- (food, fashion and furniture), ma
anche nell’industria delle tecnologie.
Il futuro dell’industria è garantito dal-
Leimpresechehannodelocalizzato
starebberopensandoditornareaprodurre
inItalia.Perchésiritorna?Perchéall’estero
vièunminorecontrollodellaqualitàdi
produzioneeperesserepiùvicineaicentridi
ricercaesviluppoitaliani.Neparliamocon
ClaudioAndreaGemme,presidentediAnie
Confindustria
A volte ritornano…
diStefanoBelviolandi