novembre 2014
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Come si può voler tornare a fare impre-
sa nel nostro Paese? Senza dimenticare
poi la burocrazia, una continua corsa a
ostacoli. In questi anni l’Italia ha perso
tre posti nella classifica dei maggiori Pa-
esi produttori al mondo, passando dal
quinto all’ottavo posto, sorpassata da
Corea del Sud, India e quest’anno anche
dal Brasile.
Nel 2013 i comparti Anie hanno registra-
to un fatturato aggregato pari a quello
del 2003 e da quell’anno a oggi hanno
perso 30 punti percentuali per produ-
zione industriale. L’elettrotecnica e l’e-
lettronica, come d’altronde tutto il ma-
nifatturiero italiano, sono rimasti a galla
solo grazie all’export: è tempo, allora,
che fare impresa in Italia e per l’Italia tor-
ni a essere conveniente. In questo senso,
anche una ripresa della domanda inter-
na potrebbe essere di stimolo al ritorno
delle imprese in Italia”.
La crisi economica non favorisce il sistema
Paese e nemmeno le mille difficoltà che le
imprese possono trovare in Italia. Quale
può essere, secondo lei, la ricetta sia per
uscire dalla crisi sia per incentivare le im-
prese a ritornare a investire in Italia?
“La ricetta per uscire dalla crisi, dal pun-
to di vista delle imprese, si gioca su tre
fattori principali: continuare a investire
in R&S, puntare sempre di più sull’export
e unire le forze mediante l’adesione a
reti d’impresa. La nostre aziende hanno
già intrapreso un percorso di trasforma-
zione, si parla di fabbrica 4.0 e dell’a-
dozione di nuovi modelli organizzativi
interni, soprattutto per quanto riguarda
l’autonomia e la specializzazione del ca-
pitale umano. Ma una scossa importante
al nostro Sistema Paese deve assoluta-
mente venire dal Governo. L’Italia si tro-
va in uno stato di recessione tecnica, con
un PIL che stenta a ripartire nonostante
i molti sforzi comuni. Occorre allora mo-
dificare l’atteggiamento nei confronti
del problema: le riforme strutturali sono
importanti, le manovre sono un passo
obbligato, ma è necessario capire che
non è di certo introducendo nuove tas-
se o concedendo un bonus in busta paga
che si risolleveranno davvero le sorti del
nostro Paese. L’Italia ha bisogno di tor-
nare ad attrarre gli investitori, ha biso-
gno di infrastrutture e di nuove fabbri-
che. Riponevamo grande fiducia nel De-
creto Sblocca-Italia, che prometteva di
far ripartire l’edilizia pubblica e privata.
Grandi benefici sono venuti dagli incen-
tivi ai lavori di ristrutturazione e rispar-
mio energetico, non possiamo quindi
che rammaricarci della mancata stabiliz-
zazione del bonus 65% e del bonus 50%
che comporterà l’abbassamento delle
detrazioni. È l’ennesima occasione persa
per la ripartenza”.