novembre 2014
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di gestione fa partecipare il sindacato alle
scelte, e ai rischi, della gestione aziendale.
Potrebbe essere una rivoluzione anche per
le nostre imprese?
“Il tema della partecipazione dei lavoratori
alla gestione delle imprese è stato perio-
dicamente oggetto di dibattito nel nostro
Paese, senza mai approdare a risultati con-
creti. Penso che su questo abbia influito una
cultura dell’impresa e delle relazioni indu-
striali che si è sempre mossa all’interno del
binomio conflitto/contratto. Certo, l’evolu-
zione del lavoro e i suoi crescenti contenuti
di conoscenza e di competenza rendono
di grande attualità il tema di un più attivo
coinvolgimento dei lavoratori nella defini-
zione delle scelte e delle strategie aziendali.
Pensare a una normativa che favorisca que-
sto processo non è quindi un’ipotesi campa-
ta in aria, anche se non ritengo che rivesta
un carattere di urgenza. Ma la premessa in-
dispensabile, in ogni caso, è che ci sia una di-
sponibilità reale delle parti sociali al dialogo
e al confronto su questo tema”.
apportare modifiche al contratto nazionale,
ma solo nei limiti, oggetti e procedure previ-
sti da quest’ultimo.
Non c’è dubbio, comunque, che il sistema
produttivo italiano, caratterizzato da una
presenza diffusa di realtà imprenditoriali di
piccole dimensioni, si presta meno di altri a
un modello imperniato sulla contrattazione
aziendale. Nello stesso tempo, la contratta-
zione aziendale è quella che può assicurare
una gestione più diretta ed efficace delle
relazioni, una migliore combinazione tra le
esigenze di produttività e flessibilità dell’im-
presa e le aspettative e le richieste dei lavo-
ratori. In ogni caso, questo è un terreno sul
quale le scelte e le decisioni debbono matu-
rare nel libero confronto tra le parti sociali.
Quello che può fare il Governo, e che farà, è
cercare di agevolare questo confronto”.
Ministro, vi è un ultimo tema fondamen-
tale che vorrei toccare con lei: quello della
corresponsabilità nelle scelte (e nei rischi)
tra azienda e sindacato. In Germania i rap-
presentanti sindacali sono eletti nei consi-
gli di sorveglianza: questo sistema duale
imprese aumentino la produzione e, quindi,
riprendano ad assumere. È però vero che un
aiuto può venire da una regolamentazione
nuova, nel segno della semplificazione e
della certezza, che dia fiducia agli imprendi-
tori ed a chi vuole investire. È l’obiettivo che
ci poniamo con la Legge Delega, i cui conte-
nuti essenziali ho ricordato prima, e che sta
alla base anche del Decreto Lavoro che ha
reso più agevole e ‘sicuro’ l’utilizzo dei con-
tratti a termine e dell’apprendistato”.
Altro tema cruciale è quello del sistema
contrattuale. La Germania ha puntato
sulla contrattazione a livello aziendale. La
stessa Fiat recentemente è stata al centro
di polemiche per una scelta simile. Il siste-
ma italiano, costituito dalla quasi totalità
di aziende dalle dimensioni ridotte rispet-
to a quelle tedesche, può sostenere una
forma di contrattazione decentrata?
“È utile ricordare, in premessa, che la con-
trattazione aziendale trova un punto di
riferimento nel Testo Unico sulla rappre-
sentanza siglato a gennaio di quest’anno
da Confindustria e Cgil, Cisl e UIL. L’accordo,
mentre ribadisce il principio generale che la
contrattazione aziendale non può interveni-
re su materie già trattate dal contratto na-
zionale, stabilisce che, a fronte di situazioni
di crisi o per favorire lo sviluppo economico
e occupazionale, il contratto aziendale può
Intervista raccolta il 2 ottobre 2014