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Marco Zambelli
La
meccanica
fa
scintille
L
e esportazioni di meccanica
italiana sono cresciute oltre i
numeri del 2008, con ulteriore
consolidamento nel 2016: nella
cornice di un quadro economico per
l’Italia in pieno recupero, le aziende
associate Anima hanno reagito con
grande flessibilità ai fattori di incertezza
globali, dalla Brexit alla crisi dei Bric,
dall’incognita Trump in USA al calo del
prezzo del petrolio. Negli ultimi 20 anni,
meccanica e mezzi di trasporto hanno
incrementato il loro peso nel surplus di
bilancio italiano, e il Made in Italy spicca
oggi ai primi posti nel mondo in 264
categorie di prodotto nel commercio
mondiale. Dati e spunti stimolanti per
le nostre imprese, che devono conti-
nuare a investire sui mercati globali con
coraggio, perseveranza e professiona-
lità, anche avvalendosi del supporto
istituzionale offerto dal fronte sempre
più unito di
ICE,Sace
e ambasciate.
Puntando alla proposta di soluzioni e
servizi in partnership con i clienti.
L’export della meccanica italiana ha
superato i livelli pre-crisi, crescendo nel
2015 a quota 104,6, fatto 100 il valore
del 2008. Secondo i dati dell’Ufficio
Studi di Anima, il comparto continua
quindi il trend positivo con un +0,8% nel
primo semestre 2016 rispetto al 2015,
come illustra Alberto Caprari, presiden-
te Anima: “Le stime 2016 per l’export di
comparto sono positive, con un incre-
mento sulla mole complessiva delle
esportazioni di tecnologia italiana a 28,3
miliardi di euro, più che un consolida-
mento dei risultati della nostra meccani-
ca”. L’Europa rappresenta la prima area
di sbocco, con il 44% del totale, seguita
da Asia, 22%, e America del Nord, 10%,
con buona diversificazione del nostro
export. Germania, Stati Uniti e Francia
sono i primi tre Paesi di destinazione: in
Germania la domanda di prodotti italiani
è cresciuta del 7% nel primo semestre
2016, mentre la domanda di Made in
Italy in Francia è salita del 10%. Grande
progresso hanno avuto gli Stati Uniti,
e anche la Turchia è tornata a cresce-
re dopo il calo iniziato nel 2012, con
un +24%. Risultati molto positivi che i
costruttori italiani hanno ottenuto dimo-
strando grande capacità di reazione al
rallentamento del commercio mondiale
degli ultimi anni, segnato anche dalla
crisi di alcuni dei cosiddetti Paesi Bric:
dal crollo del PIL di Russia e Brasile al
rallentamento della crescita in Cina, che
dal 10% si avvia a ritmi più equilibrati di
crescita al 6%.
Punti di forza
L’Italia mostra di contro un quadro eco-
nomico generale in piena ripresa, con
il PIL cresciuto al terzo semestre 2016
dell’1,6% e i consumi del 3% (secondo
trimestre 2016), la ripresa della produ-
zione industriale a +2,3% e una crescita
in valore dell’export del 7,4%. Bene
anche il fronte lavoro, con gli occupati
a +656 mila unità (il 75% dei quali
permanenti, periodo marzo 2014-set-
tembre 2016) e 665 mila persone uscite
dall’area di inattività, e il debito pubblico
in calo nel terzo trimestre 2016 per la
prima volta dai tempi del Governo Prodi.
Un volume di recente pubblicazione
curato da Marco Fortis, vice presidente
Fondazione Edison (‘The pillars of the
Italian economy’ - Springer), analizza
i punti di forza dell’export della mecca-
nica italiana mostrando che l’Italia ha
la quinta migliore bilancia commerciale
al mondo, pari a 87 miliardi di dollari
escludendo l’energia. “L’Italia restereb-
be comunque quinta anche includendo
la bolletta energetica - commenta Fortis
- grazie ai miglioramenti conseguiti negli
ultimi 12 mesi. Ancora più interessante
è però il fatto che, escludendo con
l’energia anche il settore auto, la bilan-
cia commerciale italiana è pari a 85,9
miliardi: ciò dimostra la forza struttu-
rale della nostra economia al di là del
settore automobilistico, che sostiene
invece gran parte dell’export tedesco,
del Giappone e anche di Paesi come
la Corea”.
Interessante è pure il cambiamento
nella composizione della bilancia com-
merciale italiana avvenuto negli ultimi
20 anni: nel ’95 la maggior parte del
surplus commerciale con l’estero per
i manufatti non alimentari era rappre-
sentato dai prodotti intermedi (derivati
principalmente dalla trasformazione di
materie prime). Meccanica e mezzi di
trasporto nel ’95 portavano solo 23
miliardi di surplus, quota salita nel 2015
a 50,8 miliardi, più della metà del sur-
plus di bilancio del Made in Italy. “In
particolare - continua Fortis - nei 5.000
prodotti in cui è possibile suddividere
il commercio mondiale, l’Italia è prima,
seconda o terza per miglior bilancia
commerciale in ben 633 prodotti, e 264
Alberto Caprari
, presidente Anima.
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