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rmo

maggio 2018

Prima dell’approvazione definitiva, ABB ha con-

dotto uno studio di fattibilità incentrato principal-

mente sul posizionamento del chip. “Il movimento

da compiere è piuttosto inconsueto e tipicamente

umano - spiega Jeroen Snijkers, tecnico commer-

ciale di ABB -. Il trasferimento e il prelievo delle

carte di credito invece non lo sono. Al tempo stesso,

la buona riuscita di diverse operazioni è una condi-

zione essenziale. Ad esempio, dobbiamo assicurarci

che il punto di incollaggio sia presente, e per farlo

utilizziamo un laser. È inoltre importante conoscere

l’altezza dei vassoi, in modo da raccogliere le carte

in maniera controllata. Infine, i vassoi devono poter

essere scaricati. Tutto questo allarga rapidamente

il campo di applicazione, ma le caratteristiche di

Yumi sono in grado di coprire tutti questi aspetti.

Il robot è in grado di fare tutto ed è subito pronto

all’uso, riuscendo a coprire l’80-85% dei compiti di

automazione”.

Dopo il collaudo preliminare di ABB, nel giro di una

settimana Yumi era installato e pronto all’uso nella

sede di Deonet. “Da quel momento ci sono voluti

altri due giorni per mettere a punto gli ultimi det-

tagli,” racconta Verjans. “Ad esempio, durante le

fasi di produzione iniziali ci siamo accorti che la

colla presentava alcuni filamenti. Di per sé il pro-

blema non era imputabile a Yumi, ma il robot deve

essere in grado di gestirlo”. Yumi è perfettamente

in grado di adattarsi a questo tipo di modifiche,

al punto che Deonet gli ha assegnato la fabbri-

cazione di altri prodotti. “Abbiamo optato per le

carte di credito perché sono il nostro prodotto più

venduto”, spiega Verjans. “La domanda è in ogni

caso di gran lunga più elevata di quella che Yumi

è in grado di gestire”. Per questo Deonet non ha

dovuto riprogrammare il robot, ma Verjans non

prevede grosse difficoltà se in futuro si rendesse

necessario farlo. “L’ambiente di programmazione

Rapid di ABB è a mio giudizio molto solido e ci con-

sente di riutilizzare molti dei software esistenti per

un progetto successivo,” afferma. “La raccolta di

un vassoio e il posizionamento di un chip sono ope-

razioni standard. Quando introduciamo un nuovo

prodotto possiamo quindi riutilizzare gran parte di

questi blocchi.” Verjans calcola in un paio di giorni

il tempo necessario per passare da un prodotto

all’altro.

Da assemblatori a supervisori.

Deonet ha già

commissionato ad ABB un secondo Yumi. L’obiettivo

è quello di inserire in azienda sempre più esemplari

del robot. In linea di principio, questa scelta non

dovrebbe ripercuotersi sul numero di dipendenti.

“Non so se l’operazione andrà a buon fine - am-

in China, il costo della manodopera cinese continua

a essere conveniente rispetto ai Paesi Bassi. L’au-

tomazione è la risposta europea ai bassi salari dei

paesi asiatici. A fine 2014 Deonet si è messa in con-

tatto con ABB. “In un primo tempo ci siamo rivolti

a loro per un problema generico di automazione

- ricorda Verjans -. Volevamo un sistema intelli-

gente che utilizzasse bracci robotici piccoli e fles-

sibili. IRB 120 è il più piccolo braccio robotico a sei

assi prodotto da ABB e può diventare intelligente

se viene equipaggiato con una fotocamera. È pro-

prio ciò che abbiamo fatto. Il problema era capire

se questa soluzione si sarebbe adattata alle nostre

esigenze, perché la nostra intenzione è quella di

fare tutto in azienda evitando di rivolgerci ad ABB

per ogni modifica. Alla fine non siamo assoluta-

mente rimasti delusi.” Alla Fiera di Hannover 2015

ABB ha lanciato Yumi, un robot collaborativo a due

bracci utilizzabile dagli operatori in tutta sicurezza.

“Per noi si è trattato del primo cobot realmente

funzionante - afferma Verjans -. Abbiamo trovato

molto interessante il sistema in quanto già comple-

tamente integrato, grazie ai due bracci combinati

provvisti di fotocamere. Lo abbiamo visto in azione

già completo e da lì è partito tutto”.

Oggi un esemplare di Yumi è operativo nell’area di

produzione di Deonet per installare i chip di memo-

ria sulle chiavette USB in formato carta di credito.

Accanto al braccio sinistro del robot c’è una pila di

vassoi con tutte le carte di varie dimensioni. Yumi

afferra una scheda stampata e la poggia su uno spe-

ciale piedistallo. Solleva quindi una linguetta per

aprire lo spazio di inserimento dei chip di memoria

e preleva un chip da un vassoio con il braccio de-

stro, tenendolo vicino a un gruppo di incollaggio.

Quindi sposta lo stesso braccio verso il piedistallo e,

con un movimento rotatorio quasi umano, monta il

chip nella sua posizione. Con il braccio sinistro tra-

sferisce il tutto al vassoio di scarico, non prima di

aver scattato una foto per verificare che non siano

rimasti spazi vuoti sulla scheda, ed è pronto per lavo-

rare una nuova carta. Una volta svuotato un vassoio,

Yumi lo trasferisce dalla pila di ingresso a quella di

scarico. Il tutto fino al completamento dell’ordine.

Giusto compromesso tra velocità e flessibilità.

Un IRB 120 è normalmente più veloce del suo di-

scendente collaborativo. In compenso, Yumi è più

flessibile e consente anche di abbattere i costi. Per

Deonet la velocità non era in cima alle priorità, la

flessibilità era di gran lunga più importante. “Nella

realtà bisogna sempre utilizzare il buonsenso per

ricercare il giusto compromesso tra velocità e fles-

sibilità”, sostiene Verjans.