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rmo

maggio 2018

dell’automazione con orizzonti oggettivamente

a parametri illimitati, apre nuovi e importanti

sbocchi agli operatori, soprattutto per quanto

concerne la conduzione e manutenzione, grazie

alla connettività e alle capacità di self monito-

ring di ogni organo. Accanto alla tradizionale,

e sicuramente permanente, focalizzazione sul

bene si apre la possibilità di aggiungere valore

mediante la promozione e la produzione di ser-

vizi abbinati. La strada che si amplia va quindi

verso la combinazione della servitizzazione

dell’offerta, un’opzione che può essere fornita

in maniera aggiuntiva, o in forma combinata.

Spostando gli orizzonti, in formula più estrema

ma che progressivamente diviene opzione con-

creta, esisterà la possibilità non solo di vendere

il bene ma di fornirlo come un fattore produt-

tivo: ossia non più l’oggetto in sé, ma la capacità

produttiva, o servizio, che l’oggetto può realiz-

zare”.

Ci sono ambiti nei quali questo approccio alla servi-

tizzazione è già stato attuato?

“Certamente. Quella della servitizzazione è una

tipologia di vendita già intrapresa in alcuni am-

biti più pionieristici. Un esempio è nel mondo

della propulsione aerospaziale, dove note

aziende non forniscono più turboreattori ma il

numero di ore di lavoro che il motore produce

nell’utilizzo del velivolo. Un altro esempio arriva

dalla produzione di fluidi o vettori energetici,

“Le aziende hanno creduto nello slancio dell’a-

zione combinata tra tecnologia, competenze e

processi digitali. Sono quindi riuscite a trasfe-

rire questo slancio con impatto e ritorni signi-

ficativi su chi ne deve beneficiare, e che ha già

cominciato a beneficiarne: ossia i costruttori di

macchine, gli utilizzatori e in ultima analisi i

consumatori”.

E in Italia, caratterizzata anche dal Piano Nazionale

Industria 4.0 messo in campo dal Governo, a che

punto siamo nell’implementazione del paradigma?

“È stata una fase che è durata molto poco, come

era facile prevedere che sarebbe stato vista la

grande capacità di intuire le occasioni delle

imprese italiane. In un breve arco di tempo,

le aziende hanno infatti trasmesso e iniziato a

convertire questi ragionamenti sulle opportu-

nità in idee tecnologiche concrete, che sono già

presenti o in corso di trasferimento sui beni tec-

nologici già esistenti o in via di sviluppo. Le mac-

chine che oggi vengono disegnate e costruite in

Italia hanno già al loro interno moltissimi degli

ingredienti che realizzano e consentono l’inte-

grazione tra i differenti layer dell’automazione

industriale in guisa di soluzioni”.

Adesso che il percorso della digitalizzazione è av-

viato, quale è lo step successivo?

“La crescente disponibilità di tecnologie digi-

tali, che abilitano un controllo e una gestione

L’aspetto della connettività è reso possibile dalla presenza del mix meccatronico, che permette di presidiare localmente l’intelligenza distribuita con i livelli superiori di

automazione delle macchine e gestione dell’informazione direttamente in Cluod inclusivi.