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rmo

aprile 2018

italiana a 6,304 milioni di t, pari al 27% dell’ou-

tput di acciaio nazionale, in aumento del 2,8% sul

2015”. Crescita e classifica dei produttori di acciaio

sono influenzate dalla domanda che nei vari Paesi

proviene dai settori costruzioni e infrastrutture,

ma un’analisi più corretta, come suggerisce il pre-

sidente di AIM Carlo Mapelli, non dovrebbe con-

centrarsi solo sui volumi quanto sulle qualità e sui

margini economici collegati: “In questo caso si sco-

prirebbe che Giappone, Corea del Sud, Turchia e

Italia si caratterizzano per produttività e margini

superiori rispetto a molti concorrenti, grazie so-

prattutto a impianti con buoni livelli di automa-

zione e alta efficienza”.

Sul versante fatturato non esiste invece un dato uf-

ficiale: stimando a livello mondiale un prezzo medio

di vendita dell’acciaio compreso per il 2017 tra 400 e

500 dollari la tonnellata, il giro d’affari 2017 sarebbe

stato di 670-850 miliardi di dollari.

Per l’Italia lo studio Bilanci d’Acciaio, che ogni anno

Siderweb realizza analizzando i bilanci disponibili di

produttori, distributori e commercianti di rottame,

rileva che nel 2016 il fatturato della filiera siderur-

gica nazionale era stato di 34 miliardi di euro, con

un decremento del 5,9% rispetto al 2015.

Sostenibilità ed efficienza.

Fra i trend che at-

traversano il comparto dell’acciaio su scala globale

figura in primo luogo la riduzione dell’impatto am-

bientale delle produzioni, unitamente alla ricerca di

con 800 milioni di t seguita da Giappone e India,

attestatesi a 100 milioni circa ciascuna.

In Europa, l’Italia è il secondo produttore dopo la

Germania, anche se sono ancora lontani i picchi

degli anni pre-crisi, quando la produzione italiana

superò i 31 milioni di tonnellate.

“Per ciò che concerne gli acciai speciali - dice Ste-

fano Ferrari, responsabile Ufficio studi Siderweb -

gli ultimi dati disponibili 2016 fissano la produzione

Top 10 dell’acciaio

Nel quinquennio 2013-2017 la classifica

dei primi 10 produttori mondiali di acciaio è

cambiata di poco, con l’India salita dal 4° al

3° posto, in fortissima crescita e con piani

governativi che mirano a una produzione di 200

milioni di t annue entro il prossimo decennio.

L’Italia rientra nella classifica al decimo posto,

dall’11° in cui si trovava nel 2013. La Cina

cresce oggi a ritmi ridotti, dopo i fortissimi

incrementi tra gli anni 90 e 10, pur continuando

a guidare il comparto con una quota di

produzione del 49,2% sul totale mondiale.

La produzione è stagnante in Giappone, e

sostanzialmente stabili sono USA, Russia,

Germania e Italia. In fortissima espansione è

la Turchia, mentre risente difficoltà il settore

siderurgico in Brasile. Infine, a meno di problemi

geopolitici, l’Iran potrebbe diventare un nuovo

importante protagonista a livello globale.

Stefano Ferrari

, responsabile Ufficio studi

Siderweb

: “Nelle imprese è in corso la

trasformazione dei processi produttivi e l’introduzione di nuovi macchinari, per ridurre l’impatto

ambientale della produzione di acciaio aumentando però al contempo l’efficienza degli impianti”.

Mario Caldonazzo

, amministratore delegato di

Finarvedi

: “Nel comparto siderurgico,

Industria 4.0 è un obiettivo nel mirino da parecchi anni, nella convinzione diffusa che l’uomo in

fabbrica debba avere un ruolo qualificato e non di semplice operatore al servizio della macchina

produttiva”.

Carlo Mapelli

, presidente

AIM

: “Nei volumi si assiste a una forte crescita dei produttori

asiatici e sudamericani di acciaio, mentre le altre aree mondiali si caratterizzano per tassi di

crescita più contenuti, con volumi più stabili e una focalizzazione su prodotti a maggiore valore

aggiunto”.