PERSONAGGIO DEL MESE
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rmo
aprile 2018
avere una gamma di prodotto stabile e, in un certo
senso, aduso a inseguire il mercato, che sono aspetti
tipici di una mentalità un po’ artigianale in cui ‘si
fa un po’ di tutto’ e a volte anche male. Danobat
chiaramente ha un altro modello di business. Le per-
sonalizzazioni sono focalizzate essenzialmente sui
processi e applicazioni in questo senso c’è la massima
professionalità e disponibilità, ma un’azienda come
Danobat non fa ‘di tutto’, come è ovvio”.
Siamo arrivati dunque alla vostra offerta, di prodotto e di
servizio, che mettete in campo per il mercato italiano…
“Innanzitutto ci muoviamo da concetti basilari come
affidabilità, altissima tecnologia, efficienza nell’assi-
stenza e nei ricambi e, non ultimo, solidità finanzia-
ria. Vale la pena sottolineare che Danobat costruisce
in proprio grandissima parte dei componenti delle
proprie macchine: a parte i controlli numerici viene
quasi tutto realizzato in casa e questa è una garan-
zia di una visione completa della macchina e di una
grande indipendenza nel fare le scelte tecnologiche
ritenute più utili ai clienti, senza nessun compro-
messo. La caratura della nostra azienda ci consente
di portare avanti con decisione quello che è il capo-
saldo del successo nel settore delle macchine utensili:
l’innovazione tecnologica continua, intesa proprio
come ricerca senza soste delle migliori soluzioni. Il
portato di questo modo di concepire la propria ‘mis-
sion’ sono appunto le macchine a marchio Danobat,
veri e propri concentrati di alta tecnologia in grado di
confrontarsi sul mercato senza temere alcuna sfida”.
Dietro a tutti questi aspetti c’è sempre una cultura azien-
dale… che aria si respira nel vostro Gruppo?
“Innanzitutto bisogna evidenziare che Mondragon è
una realtà basca. I baschi sono un popolo orgoglioso,
fiero delle proprie tradizioni, sono instancabili lavora-
tori, hanno la cultura della pulizia, dell’ordine e della
precisione, e questo si riflette appieno, devo dire,
nella costruzione delle macchine utensili. Essendo
appieno la domanda. Noi crediamo che potremo
fare dei buoni numeri, avendo alle spalle una realtà
solida e un portafoglio prodotti completo; a diffe-
renza della mia ex azienda tanto per fare un esem-
pio, oggi abbiamo anche le centerless, le rettifiche
verticali a tavola rotante e altro ancora. Inoltre, Da-
nobat vuole essere un centro di eccellenza per il set-
tore della rettifica. Quindi ci proponiamo ai nostri
clienti come partner per gestire e fare assistenza sul
loro parco macchine (anche non Danobat) già in-
stallato. Vorrei sottolineare che tutto il nostro per-
sonale proviene dal settore specifico della rettifica,
con alle spalle anni e anni di esperienza specifica”.
Facendo parte di un grande Gruppo internazionale, ci
possono essere vantaggi e svantaggi; ad esempio, di
quanta flessibilità disponete per muovervi?
“In tutta sincerità devo dire che la situazione è tutta
sbilanciata con gran forza sul lato dei vantaggi; fac-
cio solo un esempio: il nostro Gruppo è in grado di
mettere in campo progetti di sviluppo anche per un
singolo cliente. In Spagna disponiamo di un centro
tecnologico all’avanguardia in cui lavorano più di
cento persone specializzate con a disposizione dieci
macchine di tutte le tipologie e questo ci permette
di fornire risposte altamente qualificate a ogni tipo
di richiesta. Paradossalmente uno svantaggio può
essere quello di avere idee e strategie molto chiare:
abbiamo bene in mente dove vogliamo andare e che
tipo di posizionamento e in quale fascia di mercato
ci vediamo collocati, in Italia e nel mondo. Ebbene
a livello mondiale Danobat è leader nel settore ae-
ronautico ma nella nostra penisola questo mercato
non è grandissimo; oppure, un’altra enorme poten-
zialità l’azienda ce l’ha nel settore ferroviario che
qui da noi però non ha grossi sbocchi. Questi forse li
possiamo considerare degli svantaggi per Danobat.
Per certi versi questa nettezza di strategie può so-
vrastare un imprenditore italiano abituato da sem-
pre ad avere nella sua offerta molto ‘speciale’, a non
“Danobat per l’Italia ha degli obiettivi sfidanti - dice Alberto Tacchella - con un progetto preciso e delle tappe. Ci stiamo attrezzando per fare della produzione”.