18
rmo
aprile 2018
PERSONAGGIO DEL MESE
A colloquio con Alberto Tacchella, managing director di Danobat Srl. Un nome noto ai
nostri lettori soprattutto per la vicenda industriale e familiare che ha avuto una notevole
importanza nel mercato italiano delle macchine utensili e in particolare nel segmento
della rettifica. Cronaca di un nuovo inizio
Con la
forza
del
Gruppo
di Daniele Pascucci
I
ntervistiamo Alberto Tacchella in qualità di ma-
naging director di Danobat Srl, ma la persona,
ai lettori di Rivista di Meccanica Oggi, rievoca si-
curamente il ricordo non lontano di una vicenda
industriale e familiare che ha significato molto nel
mercato italiano delle macchine utensili e in parti-
colare nel segmento della rettifica.
Il nostro interlocutore è stato presidente di Tac-
chella Macchine (un marchio glorioso) fino al 2009;
alla fine di quell’anno ci fu l’aggregazione con Mo-
rara, operazione che diede vita alla società IMT. Al-
berto Tacchella ne fu socio e vicepresidente con un
incarico mirato prettamente all’area commerciale.
Le cose non andarono bene e, dopo varie vicissitu-
dini, nel 2015 arrivò il commissariamento. Nel 2017
l’azienda fu venduta al Gruppo FFG.
“In quel momento - rammenta Alberto Tacchella -
mi trovai a dover ripensare e riorganizzare la mia
vita professionale. E in quel mentre incrociai Dano-
bat; e mi piace pensare che quel contatto fu anche
il frutto della mia formazione, che derivava da mio
padre e da mio zio, fatta di una cultura che impo-
neva anche coi concorrenti rapporti di stima reci-
proca e rispetto. Aggiungo che, pur nella tristezza
del momento, ricevetti parecchi riconoscimenti e
anche proposte da vari competitor. Fu una cosa
che mi fece parecchio piacere perché significò un
apprezzamento nei riguardi della mia persona. In
fin dei conti mi veniva riconosciuta una valenza nel
settore della rettifica che era pur sempre il frutto di
una storia arrivata alla terza generazione”.
Come avvenne il contatto con Danobat?
“Valutando la mia storia professionale, Danobat mi
fece pervenire una proposta di collaborazione e io,
fra tutti quelli che nel frattempo erano giunti sul
mio tavolo, scelsi il loro progetto perché era quello
che mi convinceva e mi entusiasmava di più. Inutile
dire che quella proposta era particolarmente pro-
mettente perché univa da una parte la mia volontà
di rimanere in un settore che mi aveva sempre ap-
passionato e dall’altra forniva al Gruppo iberico la