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rmo

novembre/dicembre 2017

di b/g, un volume addizionale pari a quasi una volta e

mezzo la domanda dell’Italia. Nonostante i tentativi di

diversificazione a favore delle fonti rinnovabili, la cre-

scita dei consumi rimane sostenuta e un nuovo picco

verrà raggiunto nel 2017, a 97,9 milioni di b/g.

Il gas naturale.

Nel 2016 la domanda mondiale di gas

naturale ha registrato un aumento dell’1,6%, trainata

dalla crescita dei consumi in Cina, India, Europa e Medio

Oriente. Nonostante un lieve rallentamento della cre-

scita economica, in Cina il calo della produzione interna

di carbone ha originato una maggiore richiesta di gas

naturale per la generazione elettrica; a questa si è ag-

giunto l’effetto di un inverno rigido che ha portato i

consumi di gas cinesi a salire dell’8%.

Il calo dei prezzi e la maggiore offerta di GNL nel bacino

del Pacifico hanno condotto a un aumento del con-

sumo di gas anche in India, dove è salito del 9,5%.

L’area Ocse America permane la zona di maggior con-

sumo, rappresentando il 28% dei consumi mondiali.

L’area Ocse europea ha registrato la crescita maggiore

tra le economie avanzate, con un incremento dei con-

sumi del 6,8%. Sono diminuiti, invece, i consumi nei

Paesi asiatici dell’Ocse: il calo della domanda di gas per

la produzione elettrica in Giappone e Corea del Sud,

coinciso con il maggior apporto del nucleare, ha portato

la richiesta di gas a scendere del 3,4%.

La discesa dei prezzi del petrolio ha avuto ricadute po-

sitive sui prezzi del gas naturale, favorendo anche le

ricontrattazioni di contratti ‘take or pay’; in Europa, la

concorrenza tra importazioni di gas via tubo, GNL e car-

bone ha avuto effetti significativi sulla domanda di gas,

accelerandone il recupero soprattutto nel comparto

termoelettrico.

Per il secondo anno consecutivo, i consumi dell’Unione

Europea sono stati in ascesa; dopo il +4,4% registrato

nel 2015, la ripresa della domanda degli impianti ter-

moelettrici e le rigide temperature dell’ultima parte

dell’anno hanno portato la domanda di gas europea a

466 G(m

3

), il 7,3% in più rispetto al 2015. È un recupero

significativo, che però rimane ancora inferiore rispetto

alle medie rilevate negli anni antecedenti al 2014. Tra i

Paesi dell’Unione, quelli che hanno fatto registrare gli

incrementi più rilevanti sono stati Grecia (29%), Esto-

nia (25%), Lettonia (17%), Irlanda (16%) e Regno Unito

(13%). Italia e Germania hanno visto i propri consumi

aumentare, rispettivamente, del 5% e del 9,6%.

In termini assoluti, la Germania rimane il primo con-

sumatore europeo di gas naturale, rappresentando il

19% del totale dell’Unione, seguita da Regno Unito

e Italia (rispettivamente 17% e 15%), Francia e Paesi

Bassi, che hanno consumato il 9% del totale dell’U-

nione Europea nel 2015.

Il carbone.

Nel 2015 le esportazioni di carbone pari a

1,3 Mt (miliardi di t) hanno coperto il 17% dell’output

mondiale (7,7 Mt), quota analoga a quella stimata per il

2016, anno in cui la produzione globale di combustibile

solido dovrebbe sostanzialmente confermarsi al livello

dell’anno precedente.

Le importazioni della Cina nel 2016 sono salite a 255

Mt (+25%), compensando, ma solo in parte, le pesanti

contrazioni del 2014 (-11%) e del 2015 (-30%). Il recu-

pero dell’import cinese, guidato soprattutto dall’incre-

mento della domanda del settore termoelettrico e dalla

razionalizzazione della produzione interna, dovrebbe

continuare anche nel 2017, anno nel quale si prevede

un aumento del 12% dell’acquisto di carbone sui mer-

cati esteri. Ciò riconfermerebbe Pechino al primo posto

fra gli importatori mondiali, posizione persa nel 2015

a favore dell’India. Il continente asiatico, in gran parte

ancora da elettrificare, rimane comunque fortemente

dipendente dal carbone, nonostante l’attuale fase di

stagnazione (a eccezione della Cina) delle importazioni:

fra i primi sei maggiori importatori mondiali, cinque ap-

partengono all’Asia.

Diversa è la situazione negli USA, dove la rivoluzione del

fracking continua a mantenere convenienti i prezzi del

gas rispetto al carbone. In Europa la politica energetica

è fortemente condizionata dalla questione ambientale,

che limita sempre di più lo spazio del carbone a favore

del gas naturale e delle rinnovabili.

La Gran Bretagna si sta avviando all’abbandono defini-

tivo del carbone, dopo essere stata ininterrottamente

uno dei maggiori consumatori per quasi due secoli e

mezzo. Più complesse sono le prospettive della Germa-

nia, che produce ancora oltre il 40% dell’elettricità col

carbone ed è un Paese molto industrializzato e forte-

mente orientato all’export, con necessità di grandi vo-

lumi di elettricità a costi competitivi.