PRIMO PIANO
l’interconnessione tra cliente e fornitore. Quest’ultimo
riuscirebbe a scoprire in real time quando rifornire il
cliente prima ancora che questo si accorga della neces-
sità del rifornimento, oppure, in altro caso, si potrebbe
conoscere istante per istante lo stato di avanzamento di
una determinata produzione”.
L’avvento dei Big Data.
Una struttura aziendale orga-
nizzata e tecnologicamente avanzata permette di avere
macchine che si integrano e comunicano tra loro, ren-
dendo il ‘sistema fabbrica’ tale per cui le informazioni
diventano importanti come i pezzi prodotti. “Uno dei
punti importanti del piano Industria 4.0 sono i Big Data,
ossia il quantitativo di informazioni che possono essere
gestite. Ciò che si vuole superare è la gestione manuale
del dato, la ricerca tra le scartoffie o la domanda di-
retta al capo officina o al capo reparto per sapere a che
punto sia la produzione di una determinata macchina
o quale sia la tracciabilità di un lotto. Mentre sarebbe
auspicabile una rintracciabilità immediata derivante da
un modello organizzativo più interconnesso e intelli-
gente”, afferma Guzzi.
Interessante sarebbe capire se le aziende si sono rese
conto di che patrimonio hanno in casa con i Big Data.
Secondo Guzzi, già ora le macchine forniscono una
grande quantità di dati che non è sempre sfruttata a
dovere: “La mole di dati che si ha e che si può ottenere è
così importante che ci vorrebbe uno specifico algoritmo
per effettuare l’analisi. Ma non tutti gli algoritmi sono
applicabili genericamente alle aziende, serve formare
figure che riescano a gestire i dati, li rendano univoci e
sfruttabili. Poiché i dati sono essenziali ai fini delle de-
cisioni, se si hanno dati in real time, altrettanto in real
time potranno essere prese decisioni precise e chiare”.
I Big Data sono un ‘tasto delicato’ perché vanno in-
terpretati e non si riferiscono solo agli aspetti della
produzione. “Circa un anno e mezzo fa, senza che ci
fosse sentore di ciò che il Governo avrebbe approvato -
spiega Guzzi - abbiamo realizzato come Rösler Italiana
impianti secondo le caratteristiche del piano Industria
4.0 per un cliente che opera nel settore dell’aerospace e
che aveva necessità di esser sempre aggiornato sui cicli
di lavoro attraverso report da 18 pagine, zeppe di dati
che poi lo stesso doveva gestire, interpretare, control-
lare e archiviare”.
Se Milazzo sottolinea come Rösler Italiana sia stata, in
un certo senso, precursore di Industria 4.0, Guzzi, d’al-
tro canto, valuta la situazione internazionale: “Mentre
in Europa si è più interventisti, per quanto riguarda il
piano Industria 4.0, negli Stati Uniti l’intervento dello
Stato non è previsto. Ci sono poli industriali in America
che spingono verso Industria 4.0 dettando regole per
tutta la filiera. In Europa, invece, è lo Stato che inter-
viene e l’iperammortamento ne è un esempio. Mentre
il superammortamento lo si può applicare a qualsiasi
investimento, con l’iperammorta-
mento è lo Stato a decidere su quali
investimenti spingere accentuando
ad esempio le agevolazioni sul mi-
glioramento degli impianti tecno-
logici portando, come del resto ha
fatto, dal 140 al 250% la supervalu-
tazione degli investimenti”.
Intelligenza artificiale e umana.
Se da un lato il piano Industria 4.0
porta sicuramente vantaggi in ter-
mini di defiscalizzazioni, grazie
all’iperammortamento, dall’altro
saranno richieste nuove figure pro-
fessionali per affrontare le novità.
A fronte di una riduzione del per-
Rösler: linea RC900+TMD11K, impianto di finitura di massa.
Rhbe è una granigliatrice con
convogliatore aereo e pezzi sospesi.
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rmo
ottobre 2017