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rmo

ottobre 2017

PRIMO PIANO

per strada a vantaggio di altri Paesi esteri”.

Ci sono studi, analisi, statistiche che testimoniano

quanto il parco macchine italiano sia invecchiato, e lo

sia ancora di più con l’avvento della crisi economico-fi-

nanziaria iniziata dopo l’estate del 2007. Tutto questo,

non solo a scapito delle aziende che si vedevano sempre

più messe al palo, ma anche del settore industriale ed

economico italiano nel suo complesso, che rischiava di

perdere smalto dopo anni gloriosi in testa alle classifi-

che europee per diversi settori produttivi. No, questo

non può capitare, la competitività delle aziende italiane

non può sfiorire così ed ecco che, con il Piano Industria

4.0, anche il Governo italiano ha colto la palla al balzo

sostenendo un impulso al miglioramento delle aziende

del territorio sia attraverso finanziamenti agevolati e

agevolanti, come per esempio il Superammortamento,

la nuova legge Sabatini (credito all’innovazione), il Pa-

tent box (dare valore ai beni immateriali), sia mettendo

in pista nuove iniziative che potessero aiutare ancora di

più le aziende a migliorarsi.

La spinta dall’alto.

Ed ecco l’iperammortamento, che

prevede la supervalutazione del 250% degli investi-

menti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie

abilitanti per la trasformazione in chiave 4.0 acquistati

o in leasing; un provvedimento che, di fatto, premia le

aziende che vogliono migliorarsi dal punto di vista tec-

nologico. “Si è osservato - spiega Guzzi - che le aziende

orientate all’innovazione tecnologica riescono a otte-

nere un rapporto costi-efficienza-qualità, talmente ef-

ficace da osservare un ritorno in Italia delle commesse

perse. Il Governo deve premere ancora di più sul pedale

dell’iperammortamento per spingere l’innovazione

tecnologica, ma con questo piano un passo importante

è stato fatto. Lo Stato Italiano doveva trovare una so-

luzione che vincolasse le aziende a investire, non solo

sull’acquisto di un macchinario tecnologicamente avan-

zato, ma anche sulla mentalità e sui modelli organizza-

tivi delle aziende stesse”.

Dalla ricerca 2017 dell’Osservatorio Industria 4.0 del

Politecnico di Milano emergono dati positivi sul fronte

dell’adozione di tecnologie 4.0, ma anche sul livello di

conoscenza. Nel 2016 c’era un 38% di imprese che non

conosceva Industria 4.0, mentre ora la stessa percen-

tuale è scesa all’8%. Ed è salita dal 15 al 28% la per-

centuale di chi ha già implementato concretamente

soluzioni sul tema, e dal 13 al 28% quella delle imprese

che stanno valutando come muoversi.

Secondo la ricerca, conservando questo trend, nel giro

di un paio d’anni, l’Italia potrebbe puntare al raddoppio

degli investimenti nella trasformazione digitale. Un ri-

sultato che fa ben sperare, anche in relazione agli ultimi

dati diffusi dall’Istat sul fatturato dell’industria e sull’in-

cremento degli ordinativi industriali su base annua. Il

ministro Calenda recentemente ha dichiarato: “Il dato

di oggi (nota del 25 luglio 2017, [ndr]) sugli ordinativi

industriali, +13,7%, e quello di ieri sulla crescita dell’ex-

port extra Ue che segna un +9,1% dall’inizio dell’anno,

dimostrano che puntare su investimenti, industria e in-

ternazionalizzazione per rimettere in moto la crescita

è stata la scelta giusta. Per coinvolgere sempre più im-

prese e lavoratori in questo percorso virtuoso vanno raf-

forzati gli strumenti del piano Industria 4.0 e del piano

straordinario sul Made in Italy”.

Riccardo Leoni, tecnico commerciale finitura di massa; Luca Spinelli,

tecnico commerciale granigliatura; Ruggero Hlapse, tecnico commerciale

granigliatura. Rösler è aperta ai giovani.

Simone Guzzi, responsabile dell’ufficio tecnico di Rösler Italiana.