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ottobre 2017
a Carugate. Avevamo da poco acquisito questi
capannoni da un precedente fallimento, quindi
comperammo dai giapponesi le macchine per rea-
lizzarli: erano dei torni che servivano per tagliare le
camme e gli steli. Mentre importavamo le testate
dalla Casa madre. A Carugate quindi li assembla-
vamo e li distribuivamo sul territorio. Il cilindro ISO
cianfrinato ebbe uno sviluppo talmente repentino,
non solo in Italia, che chiedemmo alla Casa madre
di aumentarcene la fornitura. Mister Takada, pre-
sidente della Corporation, ci rispose che non riu-
scivano più a incrementarne la produzione in quel
momento, visto che era già al massimo e che al
sabato gli impiegati venivano addirittura spostati
all’imballaggio della merce”.
È qui che nasce l’idea di aprire uno stabilimento produttivo
a Carsoli?
“Certamente. Mister Takada ci propose di aumen-
tare la produzione dei cilindri in Italia per soddisfare
le nostre necessità. Qui a Carugate gli spazi erano
ormai stati saturati, quindi cercammo del terreno da
acquistare per costruire un nuovo stabilimento pro-
duttivo in altre zone d’Italia. Lo trovammo a Carsoli,
abbiamo risentito. La nostra crescita vera e propria
è iniziata nel anni ‘82-‘83 quando siamo venuti in
contatto col rivenditore SMC per l’Europa: da lui ab-
biamo avuto un mandato d’agenzia per creare una
sorta di joint-venture per commercializzarne i pro-
dotti, principalmente quelli inerenti al trattamento
aria e i cilindri. La nostra attività ha così iniziato ad
allargarsi dalla Lombardia al Nord Italia, che allora
faceva registrare quasi il 60-70% del PIL nazionale.
Una data significativa è quella del 1986, quando
SMC compie un fortissimo balzo in qualità e quantità
ampliando la propria gamma con l’introduzione sul
mercato delle valvole, soprattutto le valvole micro
che in Italia non erano conosciute. Ricordo che la
valvola VJ, che aveva le dimensioni di un mignolo,
richiamò fortemente l’attenzione di alcuni settori
industriali italiani soprattutto quelli dove venivano
prodotte macchine dalle dimensioni contenute ma
che necessitavano di molto automatismo. Dagli anni
‘85-‘86 la nostra crescita è passata da una a due cifre
all’anno. Era davvero formidabile: crescevamo a un
ritmo medio del 25-26% l’anno. Fu così che, primi
anni 90, Italpneumatica cambia denominazione in
SMC Italia”.
Un’altra tappa significativa è quando decidete di avviare
una piccola produzione in Italia.
“Al tempo i prodotti SMC arrivavano dal Giappone
in Italia prima utilizzando la Transiberiana e suc-
cessivamente a bordo di navi, impiegando media-
mente sei mesi prima e tre dopo. Nonostante lo
stoccaggio, avevamo quindi delle difficoltà a re-
perire velocemente soprattutto i cilindri ISO per
soddisfare le richieste dei clienti. Ecco perché, alla
fine degli anni 80, Piero Diliberto ebbe l’dea di
introdurre in Italia una piccola produzione di ci-
lindri ISO. Andammo in Giappone a presentare il
progetto al top management che ci diede l’auto-
rizzazione e iniziammo a produrli per l’Italia qui
Lucio Moriggi è l’attuale amministratore
delegato e presidente di SMC Italia.