Table of Contents Table of Contents
Previous Page  69 / 102 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 69 / 102 Next Page
Page Background

69

rmo

aprile 2017

che nel realizzare un concreto recupero del primo

stadio del veicolo spaziale aveva già fallito lo Space

Shuttle. Infatti, la navetta della Nasa era spinta in

decollo da dei razzi laterali a combustibile solido,

i booster, che venivano recuperati a seguito di un

ammaraggio frenato da paracadute. Ma i booster

dello Shuttle dovevano essere in pratica ricostruiti

dopo ogni missione, con complessissime lavorazioni

per riprodurre gli elementi di combustibile solido

esplosivo che necessariamente si consumavano e

che, in realtà, rappresentavano la quasi totalità del

razzo, con costi che si sono rivelati essere superiori

a quelli dell’acquisto di booster nuovi. Invece, la

filosofia di progetto di SpaceX è molto più vicina

all’approccio industriale. I criteri che hanno gui-

dato lo sviluppo del veicolo spaziale Falcon 9 appa-

iono essere principalmente quelli della modularità,

della ridondanza e del perseguimento sistematico

dell’affidabilità già in fase progettuale. Nel veicolo

spaziale Falcon 9 esiste in pratica un solo modello

di motore, sviluppato dalla stessa SpaceX e denomi-

nato Merlin, che è alimentato da cherosene (RP-1) e

ossigeno liquido. Il motore Merlin spinge entrambi

gli stadi principali del razzo ed è presente in nove

esemplari nel primo e in un singolo esemplare sul

secondo che, dovendo operare a quote più elevate,

differisce solo per la maggiore dimensione dell’u-

gello. Con i suoi nove motori, il primo stadio è in

grado di sopravvivere all’avaria di uno di questi

e consente a tutto il vettore di mettere in orbita

bassa un carico di una decina di tonnellate. Quando

il primo stadio del Falcon 9 ha esaurito il suo ruolo

di spinta, a una quota prossima all’orbita e con ve-

locità nell’ordine dei chilometri al secondo, dopo

una prima fase di caduta libera provvede a riaccen-

dere i motori per frenare e compiere un atterrag-

gio verticale automatico, posandosi sulle ‘zampe’

retrattili che monta in coda. Quando il primo stadio

del Falcon 9 deve effettuare la sua procedura di

rientro in mare, si posa su una chiatta, anch’essa

automatica, in grado di mantenere il punto fisso.

Dall’automazione per l’industria.

Oltre che da

un punto di vista concettuale, il recente successo di

SpaceX è, per una parte importante, dovuto all’ap-

plicazione di tecnologie direttamente mutuate

dall’industria che vanno dalla strumentazione al

software di controllo, utilizzando soluzioni col-

laudate in termini di fattibilità sia ingegneristica

sia economica. Può apparire un paradosso che un

progetto così innovativo come quello di SpaceX

N

ei primi mesi di quest’anno, per la prima volta

nella storia dell’astronautica e dell’industria

aerospaziale, due missioni orbitali, oltre a essersi

concluse con il corretto posizionamento in orbita

del loro carico, hanno anche fatto registrare il rien-

tro controllato del primo stadio del veicolo spaziale,

che è arrivato al suolo integro e con la possibilità

di essere riutilizzato in nuovi lanci. Protagonista

di questi fatti è stato il veicolo spaziale Falcon 9

costruito dell’americana SpaceX, azienda fondata

e guidata dal magnate della ‘New Economy’ e di

internet Elon Musk, che oggi è attivamente impe-

gnato in una serie di imprese tecnologicamente

all’avanguardia che vanno dalla realizzazione dei

veicoli spaziali di SpaceX alle auto elettriche di

Tesla. I recenti primati in ambito aerospaziale e

ingegneristico ottenuti da SpaceX sono la manife-

stazione più evidente di come l’industria privata

del settore spaziale stia attraversando un periodo

di rapida evoluzione che vede come protagoniste

di primaria importanza le tecnologie industriali

dell’automazione.

Atterraggio e recupero.

L’atterraggio e il recu-

pero di un vettore orbitale sono considerati sin

dall’inizio dell’era spaziale come delle condizioni

necessarie per un accesso economicamente con-

veniente allo spazio e potrebbero preludere alla

nascita di un’industria nuova, grazie al forte ab-

battimento dei costi di messa in orbita che possono

implicare. Un’idea della difficoltà insita nel perse-

guimento di questi obiettivi è testimoniata dal fatto

Su molti dei monitor della sala di controllo di SpaceX è visibile l’interfaccia

grafica del software NI LabView (fonte: Elon Musk).